Mercoledì 8 maggio presso la libreria Ubik di Savona si terrà l'incontro : "Ecologia Profonda e Cancrismo: due teorie a confronto".
L’Ecologia Profonda è la corrente di pensiero in cui viene abbandonata la visione antropocentrica propria della cultura occidentale a favore di una visione ecocentrica, dove tutte le entità naturali hanno un “valore in sé” e non in funzione umana. L’idea di ecologia attualmente diffusa è stata battezzata “Ecologia di superficie” (Shallow Ecology): essa «mantiene la distinzione tra l’”uomo” e l’”ambiente”» e chiede di «“difendere l’ambiente” perché l’umanità possa viverci meglio».
Il primo a coniare il termine “Ecologia Profonda” (Deep Ecology) è stato il filosofo norvegese Arne Naess in un articolo pubblicato nel 1973 sulla Rivista Inquiry. Il libro Ecosofia, uno dei suoi numerosi scritti, è stato tradotto in italiano e pubblicato nel 1994. Successivamente (2015) è stato tradotto Introduzione all’Ecologia. In Italia uno dei maggiori esponenti di questa corrente di pensiero è Guido Dalla Casa che dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di filosofie orientali e native. È docente di Ecologia Interculturale presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini (Università di Urbino). Tiene corsi di Scienze Naturali ed Ecologia Profonda come docente volontario alle UNITRE di Saronno e Carate Brianza. Ha pubblicato: L’ultima scimmia (1975), Inversione di rotta (2008), Guida alla sopravvivenza (2010), Ambiente: Codice Rosso (2011) e il libro principale, L’ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo (2011), oltre a numerosi articoli su varie Riviste.
Altri autori italiani che si riconoscono nell’Ecologia Profonda sono Enzo Parisi (“Guardare il mondo con gli occhi della natura”) e Stefano Fusi (“Spirito naturale”, “Custodire la terra”, “Essere e fare ecologia profonda”).
Il Cancrismo è la teoria secondo cui l’essere umano distrugge la biosfera così come le cellule tumorali distruggono le cellule e i tessuti sani dell’ammalato di cancro. L’origine di tale “patologia” risiede nell’abnorme sviluppo verificatosi nel cervello degli appartenenti alla specie Homo che ha trasformato questi tranquilli primati in devastatori del mondo della natura. L’abnorme sviluppo equivale in questa ottica alla mutazione genetica cellulare all’origine della carcinogenesi.
Sostenitori di tale teoria sono stati vari pensatori che ne hanno parlato in occasione di convegni o su articoli pubblicati da riviste specializzate. Tra questi Alan Gregg, Warren Hern, Frank Forencich, Kent MacDougall. Emil Cioran definì l’uomo cancro della Terra in un celebre aforisma nel suo libro “L’inconveniente di essere nati”. Claude Levi Strauss fu incuriosito dalla teoria e vi dedicò un articolo dal titolo: “L’uomo malattia del pianeta Terra”.
In Italia da un paio di anni la teoria è stata ripresa ed ampliata da Bruno Sebastiani, studioso di problematiche sociologiche e ambientali.
In un primo libro, pubblicato nel 2017 (“Il Cancro del Pianeta”) è descritta l’origine della malattia e il suo decorso materiale e culturale. Nel 2018 in un secondo libro (“Il Cancro del Pianeta Consapevole”) l’intera materia è approfondita con particolare riguardo all’evoluzione del nostro encefalo, alla confutazione degli argomenti dei “negazionisti” e all’analisi di “chi ha maggiormente spinto sull’acceleratore del progresso” e di “chi si è parzialmente opposto alla diffusione del male”.
Un terzo libro (“L’Impero del Cancro del Pianeta”) è ancora inedito.





