Sanità - 11 luglio 2019, 16:52

Privatizzazione degli ospedali di Albenga e Cairo: il Tar annulla l'assegnazione all'Istituto Galeazzi

Il Pd attacca: "Ennesimo pasticcio del tandem Viale-Locatelli sul tema della sanità ligure"; dal M5S: "Epilogo prevedibile. Ora giunta Toti torni indietro"; la vicepresidente Viale replica: "I pronto soccorso comunque riapriranno"

Privatizzazione degli ospedali di Albenga e Cairo: il Tar annulla l'assegnazione all'Istituto Galeazzi

Privatizzazione degli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte. Tutto da rifare. Il Tar ha accolto il ricorso del Policlinico di Monza contro l'assegnazione dei due nosocomi savonesi all'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi (Gruppo San Donato) da parte della Regione. 

"Ennesimo pasticcio del tandem Viale-Locatelli sul tema della sanità ligure - commentano dal gruppo Pd in Regione Liguria - Che ci fossero dei punti oscuri in questa privatizzazione in salsa ligure l’avevamo capito sin dall’inizio, in particolare in relazione ai temi della programmazione e di un effettivo controllo pubblico. Per farci un’idea più ponderata della vicenda, però, aspetteremo di leggere le motivazioni della sentenza". 

"Nel frattempo sarebbe bene riaprire il dibattito su come valorizzare al meglio la funzione pubblica nella sanità ligure, senza svendere i suoi asset. Siamo di fronte all’ennesimo viatico per la quarta illegittima conferma di Locatelli a commissario straordinario di Alisa e sappiamo che la confusione che deriverà da questa situazione non farà altro che lasciare in un limbo gli ospedali di Cairo e Albenga, aumentando ulteriormente le fughe sanitarie. Bisogna prendere una decisone in tempi brevi - concludono dal Pd - Nel frattempo la Regione ripristini subito ad Albenga e Cairo i servizi territoriali, che sono stati ridimensionati in attesa dell’assegnazione. L’assessore Viale riferisca in Consiglio regionale". 

“I pronto soccorso di Cairo e Albenga comunque riapriranno - replica la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale - Ci adegueremo alle indicazioni del Tribunale, si tratta di una questione tecnica e di procedura. Occorre attendere le motivazioni ma da una prima lettura del dispositivo della sentenza si tratta di errore procedurale che non comporta la necessità di rifare l’intera gara. Il percorso va avanti: riapriremo i pronto soccorso di Cairo e Albenga e salveremo i due ospedali. Questo è l'impegno che mantengo”.

“Fermare quest’operazione è, oltre che giusto, un atto dovuto verso tutti i contribuenti e lo stesso sistema sanitario pubblico. Gli atti di gara, su ricorso di uno dei concorrenti non aggiudicatario, è stata annullata dal TAR, dal quale si attendono le motivazioni, ma è già significativo di come l'intera operazione stia danneggiando gli ospedali coinvolti e dimostri la scarsa competenza della Giunta regionale, tra leggi cartello impugnate e gare come questa o come quella del servizio di elisoccorso, per rimanere in tema sanitario, anch'essa messa a gara e tutt'ora ferma nei meandri dei contenziosi”, dichiarano la capogruppo regionale Alice Salvatore e il consigliere regionale Andrea Melis.

Sul tema, seguito fin da subito dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ligure, interviene nello specifico Melis: "Vitale mantenere la  gestione pubblica. Di contro, questo percorso avviato dalla giunta Toti, è un virus che se non circoscritto si potrebbe estendere a qualunque ospedale che dovesse avere un bilancio economico negativo, dando così la giustificazione per metterlo a gara: è facile fare un piano sociosanitario che non valorizza opportunamente l'ospedale con le giuste prestazioni e il gioco è fatto. In più, avendo un budget di spesa per prestazioni, accadrà che gli utenti di questi ospedali, quando il privato raggiunge il tetto di spesa, verranno dirottati fuori regione. Immagino il pronto soccorso gestito a Cairo o Albenga o Bordighera da un gruppo privato che, accettati i pazienti, suggerirà visite o interventi presso specialisti fuori regioni, aumentando la mobilità e i costi per il servizio sanitario regionale".

"Il dato sulla mobilità passiva era già allarmante a gennaio, quando abbiamo ricevuto una risposta quanto mai fumosa alla nostra interrogazione scritta, da una giunta che si arrampica sugli specchi - rincara la dose la collega Salvatore. - In sintesi, la Liguria spende oltre 60 milioni di euro l’anno per pagare le cure ai liguri che si rivolgono agli ospedali o alle cliniche private convenzionate di altre regioni. Il trend continua a essere negativo e da Viale, Toti e Locatelli non arrivano soluzioni, bensì privatizzazioni che vanno ad aggravare ulteriormente il problema. Accogliamo con favore l’annullamento dell’intero procedimento: questa politica sanitaria che affossa il pubblico e predilige il privato sta sgretolando il servizio sociosanitario ligure e a pagarne le spese, non solo quelle figurative, siamo sempre noi cittadini".

"La sentenza non solleva mere questioni procedurali, come vorrebbe far intendere l’assessore Viale, ma punta il dito contro sovrastime per decine di milioni di Euro nei dati contenuti dall’offerta vincitrice; come peraltro evidenziato dai media. Giova anche sottolineare che il legale dei ricorrenti abbia contestato la mancata documentazione e giustificazione dei parametri inseriti nel piano di sostenibilità finanziaria dell’offerta. Come dire: chi ha vinto la gara non ha presentato un piano economico chiaro. Mica una cosa da poco" dichiara il capogruppo di Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria Gianni Pastorino.

"È l’occasione per mettere in rilievo alcune questioni sullo stato, preoccupante, della sanità ligure. 1. Questa giunta si conferma incapace di mettere in atto una vera e propria programmazione sanitaria: le difficoltà emerse in questi mesi per la mancanza di medici, infermieri e altri operatori sanitari la dicono lunga sulla capacità di interpretare la realtà e i fabbisogni locali. 2. C’è un chiaro problema di governance, a partire dalla grande contraddizione di un commissario straordinario a capo di Alisa che non possiede neppure i requisiti per essere direttore generale. Vediamo lo sfascio della sanità spezzina e il commissariamento di ASL5, le difficoltà in cui versano alcune strutture ospedaliere fra cui il San Martino di Genova e il San Paolo di Savona: prove inconfutabili di un sistema privo di una direzione salda. 3. Esclusi alcuni tentativi di segno opposto, tra cui quello (per ora solo sulla carta) della Casa della Salute in Valpolcevera, la giunta Toti ha continuato a spingere per l’ospedalizzazione dimenticando completamente gli interventi sanitari diffusi sul territorio; a fronte di una popolazione sempre più anziana e con altissimo tasso di cronicità. 4. Con questa giunta è aumentata la mobilità passiva verso altre regioni, il problema delle liste d’attesa è rimasto irrisolto, è cresciuto il deficit nel capitolo sanità del bilancio regionale".

"Siamo di fronte a un totale insuccesso, seppur minimizzato dall’assessore Viale; ma che è ben chiaro a chi opera a vario titolo all’interno delle strutture sanitarieconclude Pastorino - Sarebbe ora che chi governa la sanità pubblica, il commissario straordinario di Alisa, si dimettesse e riconoscesse gli esiti imbarazzanti del suo operato". 

Redazione

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