Val Bormida - 13 ottobre 2019, 13:33

Sciopero funivie, l'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida esprime solidarietà

"Manifestiamo tutto il nostro appoggio a chi, finalmente, ha aperto un fronte di lotta e di chiarimento su una vicenda che rischiava di rimanere avvolta nelle nebbie" spiegano dall'associazione

Sciopero funivie, l'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida esprime solidarietà

"In vista dello sciopero indetto dai lavoratori delle Funivie Savona-Cairo Montenotte per il 14 ottobre prossimo, intendiamo cogliere l’occasione per manifestare tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà a chi, finalmente, ha aperto un fronte di lotta e di chiarimento su una vicenda che rischiava di rimanere avvolta nelle nebbie. E, come ormai solito da queste parti, silenziosamente soffocata" commenta in una nota l'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida. 

"E’ avvenuto infatti che, dopo importanti investimenti pubblici per ammodernare, ambientalizzare e porre in sicurezza il terminal a mare di questo importante impianto funiviario, altrettanto lavoro doveva essere sviluppato in Valle, a Cairo Montenotte, dove da anni si chiede la realizzazione della copertura dei parchi col duplice scopo di impedire la volatilizzazione del carbone e di impostare il trasporto di merci alternative, le cosiddette ‘rinfuse’. Le ragioni di tali investimenti erano molteplici, come ben si capisce: prepararsi a soddisfare mercati nuovi, diminuire l’impatto di quello esistente, scongiurare una impennata del traffico su gomma su e giù dal ‘Cadibona’, predisporre un entroterra accessibile a quella che ormai è rimasta pressoché l’unica vocazione della costa savonese: la portualità".

"Ma la ‘nuova’ dirigenza di Italiana Coke che, nel frattempo, si è insediata anche in Funivie, si dimostra sorda a qualsiasi strategia industriale che sia diversa dal suo vivacchiare alla giornata. E’ lei che afferma, in un recente ricorso al TAR contro Regione, Provincia, Comune, Arpa, ASL 2, quanto “le operazioni logistiche di determinati materiali solidi alla rinfusa, in particolare il carbone e il coke, non possano che avvenire all'aperto, rivolgendo quindi l'attenzione ai sostanziali requisiti gestionali e operativi di tali attività, piuttosto che ad un astratto criterio di adeguamento dei luoghi di deposito o dei sistemi di movimentazione.” (pagg. 23-24 del suddetto, recante data 3 Giugno 2019)".

"Di fronte a tali argomentazioni, già espresse e ribadite ben prima che il Ministero delle Infrastrutture assumesse le sue decisioni, non ci possono essere dubbi: è il ‘gotha’ di Italiana Coke che non vuole l’intervento pubblico. O il controllo pubblico sui suoi bilanci. A noi non rimane che immaginarne le ragioni. Dunque, BENE anche il ricorso alla Corte dei Conti preannunciato dai Sindacati del settore, per incaricare lo Stato stesso a chiarire come e perché sono stati spesi i suoi, e nostri, milioni e milioni di euro che rischiano di risultare letteralmente e interamente gettati".

"Noi, dal canto nostro, cercheremo di sensibilizzare i cittadini della provincia di Savona, e in particolare quelli valbormidesi, perché non abbiano più a stupirsi del degrado economico in cui li hanno trascinati anni e anni di passività a fronte di una vera pirateria de-industriale dietro cui, ogni volta, spuntano rifiuti d’ogni genere: è il momento di reagire, come giustamente suggeriscono questi lavoratori" conclude l'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida.

Comunicato stampa

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