Agricoltura - 12 maggio 2020, 17:30

Alla vigilia della "ripartenza", Coldiretti Savona fa il punto: "Florovivaistico, vitivinicolo e agriturismo i settori più in sofferenza"

La produzione del comparto agricolo non si è mai fermata, ma sono state penalizzati il trasporto e il commercio dei prodotti. Ripartiti i mercati Campagna Amica. Facciamo il punto con il direttore provinciale Ciotta

Alla vigilia della "ripartenza", Coldiretti Savona fa il punto: "Florovivaistico, vitivinicolo e agriturismo i settori più in sofferenza"

Sono quantificabili in circa 200 milioni di euro le perdite per il solo settore florovivaistico in tutta la Liguria. Questo il dato emerso nell’arco di questa fase di quarantena da Coldiretti. E ovviamente la cifra fa riferimento ai produttori di fiori, ma Coldiretti tutela tante altre categorie, che spaziano dall’agriturismo alla pesca. Tanti settori che oggi rappresentano la vera ossatura dell’economia ligure e che sono pronti, dopo le sofferenze e i sacrifici, a ripartire a testa alta.

Facciamo il punto della situazione con Antonio Ciotta, direttore provinciale di Coldiretti Savona.

Direttore, si parla del 18 maggio come data della “grande riapertura”. Il comparto agricolo come affronterà questa ripartenza?

“Per ripartire, francamente, nel settore delle aziende agricole, cambierà poco. Si tratta infatti di una delle poche attività che non si sono mai fermate. Dove abbiamo veramente sofferto non è stato tanto nella produzione che, come dicevamo, è andata avanti, ma nel commercio dei prodotti e nel loro trasporto, all’interno della nostra nazione e ancor più verso gli altri Stati dell’Unione Europea, per non parlare poi dell’extra-UE”.

Quali sono i comparti che hanno sofferto di più?

“Senza dubbio il florovivaistico, il vitivinicolo e le strutture turistiche, come gli agriturismi. Per quanto riguarda i fiori per fortuna ad aprile c’è stata una timida riapertura del mercato internazionale, che però di certo non ripaga quanto perso nel mese di marzo”.

Se volessimo fare una stima del danno?

“Le aziende floricole hanno perso in media un 50% del loro fatturato, ma la cifra oscilla in base alla stagionalità: nel senso che chi aveva il prodotto pronto ad aprile ha potuto salvarne una buona parte, ma chi aveva programmato, in base alle specie coltivate, il prodotto pronto per marzo, lo ha perso quasi tutto. Parliamo di perdite pari anche al 90%.

Per il comparto agriturismo è prematuro fare una stima altrettanto precisa: si tratta di un settore giovane, moderno, in costante evoluzione, tante aziende hanno aperto da pochissimo e altre non hanno un vissuto di così tanti anni alle spalle da tracciare una media storica. Ma possiamo dire che la paura più grande è la perdita in prospettiva: considerando infatti la crisi economica che si affianca a quella sanitaria, quanti potranno andare in vacanza a luglio e agosto? La stagione, da noi in Liguria, mediamente inizia con Pasqua e con i ponti del 25 aprile e 1° maggio, quelli sono già indotti persi. L’estate in genere vede protagonista nelle nostre strutture una forte presenza dal Nord Europa. Questi turisti avranno lo spirito, l’entusiasmo, i mezzi economici per arrivare in Italia? Per contro, se gli anni scorsi, tanti italiani del Nord scoprivano il Sud Italia, quest’anno possiamo sperare che anziché spostarsi di molto scelgano la Liguria, ripagandoci almeno in parte della carenza di turismo estero. Ma ci sono ancora troppe incognite sul tavolo. Quella che gli anni scorsi era la stagione delle prenotazioni, quest’anno è stata la stagione delle disdette”.

Dal punto di vista della fiscalità, quali misure chiedete alla Regione e al Governo centrale di Roma?

“Parliamoci chiaro: allo stato attuale non c’è leva fiscale che possa aiutarci a rifare un capitale di esercizio perso, necessario per affrontare i nostri prossimi cicli produttivi, basati sulle stagionalità. Servono soldi da investire in filiera se vogliamo avere un raccolto l’anno prossimo. E poi servono linee guida chiare: stamattina ho presenziato a una videoconferenza presso la Camera di Commercio di Savona. Vedo che in tutte le categorie, dai bar, agli alberghi, ai bagni marini, ci sono ancora troppi dubbi e incertezze su come il territorio dovrà prepararsi alla stagione estiva”.

I mercati di Campagna Amica sono ripartiti?

“Negli ultimi giorni sì. Mercoledì scorso è stata la volta di Savona, nell’ambito della scorsa settimana ha riaperto Carcare, così come alcuni piccoli comuni. Ovviamente con tutte le tutele del caso, e questa è già una valvola di sfogo per noi preziosa ed importante. Perché chi commercia sul fresco e non lavorato, esattamente come chi commercia sul floricolo, deve fare i conti anche con i tempi di deperibilità: ciò che rimane invenduto è perso”.


Alberto Sgarlato

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