Economia - 26 maggio 2020, 13:29

Promesse e conferme nella boxe femminile

La nobile arte ha visto per troppo tempo le pugili di sesso femminile ricevere meno attenzioni e stima dei loro colleghi. Scopriamo insieme cinque nomi da tenere d’occhio

Promesse e conferme nella boxe femminile

La nobile arte ha visto per troppo tempo le pugili di sesso femminile ricevere meno attenzioni e stima dei loro colleghi. Scopriamo insieme cinque nomi da tenere d’occhio.

  1. Cecilia Brækhus

Chiamata da molti la “First Lady”, la quasi quarantenne di origini colombiane ma di nazionalità norvegese ha cominciato all’età di 14 anni a dedicarsi agli sport di combattimento, prima con la kickboxing per poi spostarsi al mondo della boxe. In carriera ha disputato fino ad ora la bellezza di 36 incontri, tutti vinti e di cui 9 per KO.

Appartenente alla divisione dei pesi welter, la Brækhus sembra non avere nessuna intenzione di appendere i guantoni al chiodo, con una sfida all’orizzonte con la rivale Katie Taylor. Sin dal 2007 anno in cui questa atleta è entrata nel mondo della boxe professionistica, il suo intento è stato quello di illuminare ed esaltare una scena spesso messa in secondo piano rispetto al pugilato maschile.

A quanto pare dopo le interruzioni sportive della primavera del 2020 ad attenderla c’è un mini torneo con altre tre tra le migliori pugili attualmente in circolazione. Chissà se la First Lady riuscirà a conservare il titolo battendo anche il record di Joe Lewis con 25 titoli difesi consecutivamente.

  1. Amanda Serrano

Con un palmares di 38 incontri disputati e 28 vinti per KO, la trentunenne originaria di Puerto Rico, rappresenta una delle sfidanti maggiori per chi ambisce al titolo nella categoria di peso piuma. Oltre che alla boxe, la Serrano ha gareggiato anche in incontri di MMA e come wrestler.

Nel 2016 e nel 2018 è stata eletta pugile dell’anno dalla WBO, mentre nel 2019 è stata nominata la migliore pugile per la sua categoria di peso. La scelta di aprirsi e provare anche altri sport di combattimento è stata motivata anche dalla grandi disparità di salario guadagnato dalle donne nel mondo della boxe. “The real deal” questo l’alias con cui è conosciuta, si sta allenando per un confronto con l’avversaria Katie Taylor, probabilmente nei primi giorni di luglio.

  1. Jessica McCaskill

Classe 1984, la duplice campionessa nella categoria dei superleggeri con un titolo che difende dal 2018 nella WBC e lo stesso titolo nella WBA. Con un totale di 8 incontri vinti e 2 persi, ancora c’è molta strada da percorrere per questa ragazza di St. Louis ha iniziato a boxare nel 2008 per mantenersi in forma, trovando poi il debutto tra i professionisti nel 2015.

Il primo grande successo arriva nel 2018, con la vittoria sulla campionessa mondiale Erica Farias, difendendo poi il titolo l’anno successivo sempre contro la Farias.

Dopo un’infanzia difficile, specie per le privazioni dal punto di vista economico, Jessica McCaskill ha investito sul suo futuro, allenandosi dopo il lavoro e riuscendo passo dopo passo a costruire una carriera nel mondo del pugilato professionistico.

  1. Katie Taylor

Origini irlandesi per questa campionessa che ha all’attivo 15 incontri disputati e vinti, 6 dei quali per KO. Eletta la migliore pugile per l’anno 2019 dalla Boxing Writer Association of America, ha nel suo palmares due titoli conseguiti in due diverse categorie di peso e detiene ancora il titolo mondiale dei superleggeri.

Con la vittoria nel 2019 contro la belga Delfine Persoon è entrata di diritto nella storia per aver conseguito contemporaneamente tutti i maggiori titoli presenti nella boxe. Adorata in Irlanda è stata anche portabandiere durante le Olimpiadi del 2012. Dallo stile aggressivo e incalzante la Taylor è stata nominata come la miglior pugile nel 2019 nella sua categoria di peso dal sito di riferimento Boxrec.

  1. Mariana Juárez

Nata e cresciuta in Messico, Mariana ha nel suo carnet di incontri ben 67 sfide, con ben 54 vittorie di cui 18 per KO, 9 sconfitte e 4 incontri finiti in parità. Grande esperienza quindi per questa pugile che raggiunti i 40 non mostra ancora nessuna voglia di smettere, dimostrando così una grinta e un’attitudine da vera campionessa. Il suo debutto risale al 1998.

Nel periodo di blocco forzato, Mariana ha voluto puntare il riflettore sul tema delle professioniste che vivono e possono mantenersi grazie agli incontri, invitando poi promoters e personaggi di alto calibro a non abbandonare quanti stanno soffrendo per i motivi legati a questo blocco forzato nel mondo dello sport.

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