Attualità - 27 maggio 2020, 08:37

Tecnologia 5G: cosa ne pensano i sindaci della Val Bormida?

La posizione assunta ad oggi da Cairo, Carcare, Millesimo e Roccavignale. Cosseria e Murialdo hanno vietato tramite ordinanza la sperimentazione sul proprio territorio comunale

Tecnologia 5G: cosa ne pensano i sindaci della Val Bormida?

5G in Val Bormida. Un argomento salito alla ribalta prepotentemente nelle ultime settimane tra incertezze e preoccupazioni legate alla salute dei cittadini. Timori che hanno spinto i sindaci di Cosseria e Murialdo a vietare tramite ordinanza, la sperimentazione del 5G sul proprio territorio comunale.

Ma cosa ne pensano gli altri comuni della Val Bormida? Abbiamo contattato alcuni sindaci del territorio per un parere. 

"Per adesso non abbiamo avuto nessuna richiesta nell'area del nostro comune. A priori sull'onda emotiva, non possiamo permetterci di prendere decisioni commenta il sindaco di Cairo Montenotte Paolo Lambertini - Ci sono tante voci, ma poche certezze. Spetta agli organi competenti dare luce verde o rossa. Ossia, la garanzia che non sia nocivo per la salute dei cittadini. A quel punto prenderemo le nostre decisioni". 

"Dobbiamo avere garanzie che non sia il veicolo di particolari problemi per la salute della popolazione - aggiunge il primo cittadino di Millesimo Aldo Picalli - Stiamo verificando se questa nuova tecnologia, prevista operativa nel 2022, sia affiancata da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine". 

Prosegue il sindaco di Carcare Christian De Vecchi: "E' un argomento di estrema attualità e contingenza, vista la particolare congiuntura sanitaria sfavorevole, ma anche estremamente tecnico e complesso, a ragion veduta vogliamo acquisire il maggior numero di informazioni possibili utili alla salvaguardia della salute dei nostri concittadini, stiamo valutando amministrativamente di produrre un documento allineato al cosiddetto 'Principio di Precauzione', come previsto e disciplinato dall’Unione Europea. Il nostro comune dispone di uno specifico regolamento e piano comunale per la gestione delle installazioni della telefonia mobile, verificheremo la sua attualità rispetto alle novità tecnologiche e se necessario apporteremo le modifiche del caso".

"Si tratta di una questione molto delicata e complessa - sottolinea il primo cittadino di Roccavignale Amedeo Fracchia - Ho parlato con i miei consiglieri e abbiamo deciso di fare un ragionamento un po' più ampio della semplice ordinanza. Innanzitutto le frequenze sono state vendute dallo Stato. Che ha promulgato una legge alcuni anni fa proprio per l'installazione di questa tecnologia. Detto questo, oggi un sindaco si troverebbe a dover andare contro i voleri dello Stato. Questa cosa stride. Perché se lo Stato vende un qualcosa avrà fatto le opportune verifiche. Ossia, ci saranno relazioni più autorevoli di quelle che può fare un sindaco che nella vita fa tutt'altro. Ad oggi, noi riteniamo di non avere le competenze necessarie per poter fermare una tecnologia del genere". 

"Questo argomento non può venire trattato da ogni singolo comune, ma deve essere approfondito a livello nazionale - conclude Fracchia - Altrimenti rischiamo poi che alcuni comuni prenderanno la tecnologia e altri no. Creando un digital divide ancora più marcato di quello che c'è adesso. In quest'ottica preferiamo stare alla finestra. Non prendendo nessuna posizione. Ma cercando di favore un confronto serio tra le varie istituzioni". 

Graziano De Valle

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