Eventi - 14 luglio 2020, 19:57

Varazze festeggia il beato Jacopo da Varagine con una messa nel chiostro di San Domenico

Cerimonia semplice, dati i tempi, ma ricca di significati religiosi e umani che sono stati il "leit motiv" della S. Messa officiata dal Priore, padre Daniele Mazzoleni

Varazze festeggia il beato Jacopo da Varagine con una messa nel chiostro di San Domenico

La ricorrenza del transito al Cielo del Beato Jacopo da Varagine, avvenuto il 13 luglio 1298 (Sic), Santo Patrono, con S. Caterina da Siena, della cittadina rivierasca, è stata ricordata, nella serata di lunedì, nel chiostro di San Domenico di Varazze (in questo tempo di pandemia chiesa operante "en plain air"), organizzata con solerte vigilanza e opportuni distanziamenti dai Padri Domenicani, alla presenza del Sindaco Alessandro Bozzano, dell'Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno, del Comandante della Polizia locale, Mauro Vercesi e di numerosi e composti fedeli.

Cerimonia semplice, dati i tempi, ma ricca di significati religiosi e umani che sono stati il "leit motiv" della S. Messa officiata dal Priore, padre Daniele Mazzoleni, coadiuvato da padre Giovanni Bertelè e dal gruppo delle Terziarie Domenicane.

La vita e le opere del "varazzino" Beato Jacopo, una delle menti più illuminate del basso Medioevo, Arcivescovo della Serenissima Repubblica di Genova, pacificatore delle sue lotte intestine e autore della famosa "Leggenda Aurea", sono state ricordate da padre Mazzoleni in una intensa ricostruzione dell'uomo e del Pastore "che non abbandona il suo gregge" nelle peregrinazioni terrene, per condurlo felicemente ai "pascoli del Cielo".


Parole quanto mai indicate in questo momento di crisi identitaria in cui si dibatte il grande "gregge umano" e che ci riportano a serie riflessioni sul cammino della comunità internazionale


Il Sindaco Bozzano, quale amministratore e responsabile della vita cittadina, ha opportunamente voluto partecipare i presenti di quanto si sia operato a Varazze per isolare e combattere il morbo (COVID-19), il forzato isolamento, la rinuncia alle tradizionali feste cittadine (S. Giuseppe, S. Caterina, oltre a quelle civili): "Ogni sera mi chiedevo cosa potessi ancora fare per i miei concittadini in questa catastrofe senza precedenti ... ."


Una confessione umana che ha commosso il fedele uditorio.


Questo 13 luglio rimarrà, come altre date dell'infausto e terribile 2020, nella memoria di tutti noi, con la speranza di poterne, almeno, trarne una lezione di vita e di crescita morale. L'esempio di giganti come il Beato Jacopo e S. Caterina da Siena, è la barra del timone di una nave che non deve, non può affondare.

Comunicato stampa

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