Attualità - 30 gennaio 2021, 12:51

Mulé su Sanremo: "Il festival appartiene ai cittadini non alla Rai"

L'esponente di Forza Italia: "Il Festival della canzone italiana, per questo motivo, dovrebbe essere visto da tutti come un’occasione di rilancio e di ripartenza"

Mulé su Sanremo: "Il festival appartiene ai cittadini non alla Rai"

“Sanremo, al pari di tutta Italia, vive una profonda crisi a causa della pandemia da Covid 19. Il Festival della canzone italiana, per questo motivo, dovrebbe essere visto da tutti come un’occasione di rilancio e di ripartenza. Dico “dovrebbe“ perché invece, e lo affermo con profondo dispiacere, dal sindaco Alberto Biancheri al partito democratico e fino al gruppo “Sanremo al centro“ c’è un grande interesse per i numeri del bilancio e uno scarso se non nullo interesse per le persone e dunque per i “bilanci” dei cittadini di Sanremo", scrive il deputato di Forza Italia, Giorgio Mulé.

"Le “persone” di Sanremo sono quelle che si dedicano con la loro attività alla città, per contribuire al benessere di chi ci vive: sono ad esempio i nostri ristoratori, i baristi, i titolari di attività commerciali che fanno della città un punto di riferimento. Ecco: io guardo a queste “persone” in ginocchio a causa della pandemia e per la dissennata quanto insufficiente politica dei ristori che non è riuscita a dargli speranze concrete per il presente e soprattutto per il futuro. A loro bisogna pensare se e quando ci sarà il “Festival di Sanremo”, sottolineo “di” perché appartiene alla città e non a un conduttore o alla RAI. Io penso a loro", aggiunge l'esponente forzista.  

"Non cadrò nella squallida narrazione del gruppo “Sanremo al centro” e nelle loro sterili accuse che mi rivolgono, segno della mancanza di argomenti e dell’incapacità (me ne dolgo per la città) di rappresentare Sanremo. La strada del mio impegno politico è lastricata di atti concreti e veri nella direzione dei bisogni e delle necessità provenienti dal territorio - conclude Giorgio Mulé -. Ancora ieri mi sono confrontato con tutte le categorie interessate, a cominciare da Confcommercio, proprio sul tema del festival di Sanremo perché la mia posizione è figlia dell’ascolto e del bisogno del territorio (le famose persone) e non di alchimie o convenienze politiche. I commercianti, tutti, continuano a rappresentarmi - loro sì - una situazione da default. Pensare di celebrare il festival nella bolla nell’Ariston equivarrebbe a dargli il colpo di grazia. Nella settimana del festival, infatti, è stato calcolato che soltanto i circa 350 ristoranti della città maturano un fatturato prossimo ai 20 milioni di euro. A questa cifra va sommata poi quella che riguarda i bar, le pizzerie e tutto l’indotto che gira intorno al festival. Chi si curerà di loro? Chi si sta preoccupando di evitare che le loro attività chiudano, che i loro dipendenti siano licenziati, che gli investimenti di una vita non vadano in fumo? Ecco, a me interessa questo e non il bla-bla di una certa politica. Da rappresentante della provincia di Imperia in Parlamento - e in questo caso di Sanremo in particolare - proseguirò dunque in quella che è un’indicazione netta che mi arriva dal territorio: lo svolgimento del festival sia dunque rinviato a quando le condizioni sanitarie consentiranno che si svolga in una formula aperta al pubblico e davvero partecipata. C’e’ solo un’alternativa a questa soluzione se si volesse proseguire nella strada del festival a tutti i costi che ho già più volte rappresentato: si tratta di risarcimenti veri e totali nei confronti di tutti i commercianti a fronte del fatturato 2020 corrispondente al periodo del festival. Non sprecherò una sola parola per replicare alle accuse, talmente infondate da sfiorare il ridicolo, nei confronti del Casino. È sufficiente leggere le cronache recenti e meno recenti per individuare come già prima della pandemia e nella fase successiva ho sempre e in ogni sede riportato le istanze dei lavoratori del casinò, del management e del Comune (c’è in proposito, da ultimo, un mio emendamento al decreto Milleproroghe che va esattamente in questa direzione). Ma, ripeto, questa modalità appartiene a un modo di fare politica che non è e non sarà mai il mio: rimango dalla parte di Sanremo e dei suoi abitanti, il resto sono soltanto chiacchiere…”.

Redazione

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