Attualità - 13 febbraio 2021, 11:10

"No alla chiusura del punto nascite": istituzioni, associazioni e cittadini uniti per salvaguardare il reparto del Santa Corona (FOTO e VIDEO)

Stamane la manifestazione per la riapertura del presidio neonatale del nosocomio pietrese

"No alla chiusura del punto nascite": istituzioni, associazioni e cittadini uniti per salvaguardare il reparto del Santa Corona (FOTO e VIDEO)

Una grande catena umana distanziata pronta a ergersi a difesa dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Questa mattina sindaci, cittadini, sanitari, associazioni e sindacati si sono presentati fisicamente all’ingresso del nosocomio pietrese per chiedere a gran voce la riapertura del punto nascite.

Due le richieste rivolte a Regione Liguria e all’ASL2: una data ufficiale della riapertura (facendo in modo che i tempi siano più brevi possibili) e l'adozione di una programmazione a tempi lunghi utilizzando tutti gli strumenti che portino stabilità ovvero l'assunzione di ostetriche (figura più semplice da reperire) e contratti a tempo indeterminato con incentivi e/o benefit per le figure più difficili da reperire (come ad esempio i ginecologi).

Le associazioni che hanno aderito e promuovono la campagna sono: ACLI Savona, Casa dei Circoli Ceriale, CGIL Savona, Cittadinanzaattiva Liguria, CittadiniAttivi Loanesi, Comitato Roberto Siro, Gruppo FB “Giu le mani dal punto nascite del Santa Corona”, Cisl FP Liguria, Medicina Democratica Onlus, ATTAC Savona, ATTAC Imperia, Comitato Savonese Acqua Bene Comune, UIL FPL PONENTE LIGURE IMPERIA - SAVONA, Ostetriche: Donne per Donne.

Le Pubbliche Assistenze che stanno sostenendo la campagna sono: Croce Bianca Borghetto, Croce Rossa Magliolo, Pietra Soccorso, Croce Bianca Finale Ligure, Croce Bianca Calice, Croce Rossa Loano, Croce Bianca Albenga, Croce Verde Bardineto, Croce Bianca Borgio Verezzi, Croce Bianca Imperia, Croce Bianca Laigueglia, Croce Bianca Noli.

A seguito di indicazioni della Regione Liguria, lo scorso 9 novembre è stato chiuso il reparto Ginecologia, Ostetricia e Neonatologia, nonché il pronto soccorso ostetrico dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, lasciando così l’Ospedale San Paolo di Savona come unico riferimento per un bacino di utenza che va da Imperia a Savona, entroterra compreso. 

"Si è spostato un reparto così delicato da un ospedale covid-free a un ospedale covid, aumentando le difficoltà di gestione del paziente e prolungando i tempi di attesa - spiegano gli organizzatori della manifestazione - privando il Santa Corona di uno dei reparti che contribuiscono alla classificazione dell’ospedale come dipartimento di alta specializzazione d’emergenza. L’unico ospedale con questo grado di specializzazione per un territorio che ricopre le intere province di Savona ed Imperia, presso cui gli altri ospedali del territorio mandano le emergenze più critiche".

"L’ospedale San Paolo di Savona, non essendo un Dea di II livello, non è in grado di garantire servizi di alta qualificazione legate all’emergenza in campo ginecologico e ostetrico. Il rischio per la vita quindi aumenta per esempio nel caso di una gestante vittima di un incidente con politrauma - proseguono - L’operazione è stata giustificata con la necessità di recuperare personale sanitario per Covid, personale che invece poteva e può oggi essere recuperato da reparti non di emergenza e da graduatorie che già esistono. Sono anche state fatte proposte pratiche per reperire personale, come quella di far gestire alle ostetriche il presidio attingendo da specifiche graduatorie, ma queste proposte non hanno ricevuto risposte".

"Per combattere la decisione di Regione Liguria e Asl che mette a rischio la vita di mamme e bambini di un vasto territorio, è nato spontaneamente il gruppo Facebook 'Giù le mani dal punto nascite del Santa Corona' formato da oltre 6 mila iscritti. Un gruppo che si va ingrandendo costantemente, a dimostrazione di come la situazione sia molto critica e sentita dalla popolazione. Il gruppo ha come obiettivo la riapertura di tutti i reparti e servizi chiusi e la difesa e promozione della sanità pubblica" fanno sapere ancora gli organizzatori del presidio odierno.

"Sia il precedente direttore dell’ASL 2 dottor Cavagnaro che quello appena designato dottor Damonte Prioli continuano a rimarcare la temporaneità del provvedimento, ma forti dubbi nascono in proposito anche perché nel frattempo il reparto è stato smantellato togliendo addirittura tutte le indicazioni interne ed esterne, oltre che le apparecchiature. Mentre di recente pare che il punto non si possa riaprire per carenza di personale medico, carenza che poteva essere prevista e gestita per tempo se ci fosse stata la volontà di tenere il reparto aperto. Il timore è che questo spostamento faccia parte di un progetto politico regionale più ampio che miri a togliere al Santa Corona il DEA di II livello e portare sempre più alla privatizzazione della Sanità per forti interessi economici di gruppi privati a discapito della salute dei cittadini" concludono gli ideatori della campagna per la riapertura del punto nascite del Santa Corona.

Mattia Pastorino - Roberto Vassallo

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