Attualità - 07 giugno 2021, 19:18

Privatizzazione ospedale Cairo, si va verso un passo indietro. Entro giugno il PPI tornerà attivo sulle 24 ore

Diverse le reazioni dal mondo sindacale: cauta soddisfazione da Uil, decisamente meno convinta Cgil che chiede impegni scritti e plausibili

Privatizzazione ospedale Cairo, si va verso un passo indietro. Entro giugno il PPI tornerà attivo sulle 24 ore

Nella giornata odierna si è tenuto l'atteso incontro tra Regione, territorio, sindacati e comitato sulla salute per parlare della sanità in Val Bormida. Tra gli argomenti toccati il futuro dell'ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte. 

Dal confronto sono emerse le prime date indicative, sempre legate all'emergenza pandemica. Il Punto di Primo Intervento, riaperto su 12 ore lo scorso 1 giugno, entro la fine del mese dovrebbe tornare attivo sulle 24 ore. Per la fine dell'estate invece, dovrebbe ripartire l'attività delle sale operatorie e una parte della degenza. Il tutto “non appena avremo individuato le professionalità necessarie anche in sinergia con l’Università degli Studi di Genova", come ha confermato in una nota a margine dell'appuntamento il presidente Toti.

Un altro argomento toccato riguarda il bando per la privatizzazione del nosocomio. Secondo quanto riferito, si starebbe valutando un passo indietro: le condizioni, anche a causa della pandemia, sono cambiate. In prospettiva così, ha lasciato intendere il presidente con delega alla Sanità, è quella di non assegnare i presìdi di Cairo e Albenga alla gestione privata per essere "meglio e più coerentemente utilizzati nell’ambito della ristrutturazione del nostro sistema sanitario, in base al combinato disposto delle norme nazionali legate all’emergenza per l’abbattimento delle liste d’attesa e il potenziamento della sanità territoriale e le risorse messe a disposizione dal Pnrr”.

L'obiettivo al momento è portare avanti una strategia fondata sulla sinergia con gli altri ospedali della provincia. Il nosocomio di Cairo infatti, potrebbe diventare ad esempio una pedina preziosa per contribuire al recupero e smaltimento delle liste d'attesa come dovrebbe accadere per Albenga, dove nei prossimi 15 giorni riaprirà anche l’ortopedia protesica.

Tre sono infatti i macro temi sul tavolo di chi gestisce il sistema sanitario regionale: “Il primo è la riconversione dei nostri presìdi ospedalieri dove, mano a mano che il Covid allenta la presa e prosegue la campagna vaccinale, saranno riaperte le attività mediche che avevamo dedicato alla lotta al virus. Il secondo, nel medio periodo, riguarda la revisione del piano sociosanitario regionale, che contiamo di presentare ai primi di settembre, per consentire il recupero di quello che era stato accantonato o rallentato a causa dell’utilizzo del personale per far fronte alla pandemia. Il terzo di medio lungo periodo è la costruzione di un sofisticato piano a regime in cui dovremo mettere insieme gli interventi di edilizia sanitaria, la legislazione speciale Covid con gli investimenti anche sulla formazione del personale e le risorse che il Pnrr prevede per la riorganizzazione della rete sanitaria territoriale in relazione all’edilizia, al ripristino e potenziamento dei servizi, alla digitalizzazione e alla formazione delle professionalità” ha spiegato Toti.

In questo contesto “abbiamo alcune certezze: la prima – ha proseguito Toti - è che potremo utilizzare l’estate per elaborare un piano di medio e lungo periodo di riassetto della sanità, con l’impegno di discutere il nuovo piano sociosanitario con i territori, i sindaci e le rappresentanze sociali prima che venga formalizzato. La seconda è che avremo una mole importante di risorse per investimenti finalizzati a riqualificare l’offerta sanitaria sul territorio e ospedaliera, tenuto conto che una parte sarà destinata alla strumentazione, una parte all’edilizia sanitaria e una parte alla formazione del personale”.

Passata l'estate e allentata la presa del Covid, quindi, sono stati prospettati anche i piani per la rete provinciale ospedaliera, con “Albenga come punto di riferimento per l’abbattimento delle liste d’attesa in Asl2, mentre l’ospedale di Cairo con il punto di primo intervento pensiamo possa diventare un esempio di ospedale di comunità, finanziato con il Pnrr, con una piastra ambulatoriale complessa, una parte di diagnostica, le visite specialistiche, la chirurgia di bassa complessità, con un ruolo di coordinamento della continuità assistenziale e della medicina territoriale. Il Santa Corona continuerà ad essere hub provinciale attorno a cui costruire i percorsi formativi del personale, mentre il San Paolo sarà il presidio cittadino di Savona” ha concluso quindi nella sua nota il governatore.

Cauta soddisfazione, per quanto riguarda il lato sindacale del tavolo, da Claudio Gallo (UIL): "Ci abbiamo messo tanto ad arrivare a questo incontro, ma ci è parso di vedere un presidente Toti con voglia di far capire che sul territorio e sulla sanità si sta investendo, e lo si sta facendo anche sul pubblico". 

Impegni scritti e plausibili erano invece le richieste da parte della Cgil, ma ancora questa volta non ne sono arrivati: "Sono 8 mesi che chiediamo un documento su carta dopo che a ottobre avevamo presentato il nostro sulla rete sanitaria territoriale e a febbraio eravamo stati riascoltati dalla Regione - afferma il segretario provinciale Cgil, Andrea Pasa - non avere ancora un'intenzione scritta da parte dei vertici della Sanità regionale non ci può lasciare soddisfatti nemmeno dopo questo ulteriore incontro. Scripta manent, verba volant".

Graziano De Valle - Mattia Pastorino

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