Speciale elezioni Savona - 20 giugno 2021, 09:45

Cosa vorreste dal nuovo Sindaco di Savona? Il criminologo Padovano: "Scelte di prospettiva sulla sicurezza urbana"

Terza puntata della rubrica che ci accompagnerà alle prossime elezioni comunali: chiederemo a persone che conoscono bene e hanno fatto tanto per la città di disegnarla, facendo richieste al futuro primo cittadino

Cosa vorreste dal nuovo Sindaco di Savona? Il criminologo Padovano: "Scelte di prospettiva sulla sicurezza urbana"

Le persone che valgono disegnano Savona. Questo è lo slogan che abbiamo deciso di utilizzare in questa rubrica che ci accompagnerà nelle prossime settimane nella lunga cavalcata alle elezioni comunali di ottobre a Savona.

Nessun esponente politico ma figure di spicco che hanno fatto e stanno facendo tanto per la città della Torretta, da personaggi sportivi a rappresentanti della cultura e dell'associazionismo, passando per persone che Savona l'hanno vissuta da sempre.

Allora a chi meglio di loro possiamo rivolgere la frase che sarà sempre al centro di queste chiacchierate: "Cosa vorreste dal nuovo sindaco di Savona?".

Dopo Luciano Pasquale e il direttore del Campus Universitario di Savona Marco Testa, nella terza puntata spazio a Stefano Padovano, criminologo alla soglia dei suoi 25 anni di attività, per tre lustri coordinatore scientifico dell’Osservatorio su sicurezza urbana e criminalità organizzata della Regione Liguria. Attualmente impegnato in supervisioni operative e in progetti di ricerca sui temi criminologici riserva sempre al contesto regionale un’attenzione di rilievo.

Anima fondante dell’unità di lavoro “PoliSCrim”, tra le attività di formazione per enti pubblici e privati, insegna Criminologia e Politiche di Sicurezza Urbana all’Università degli Studi di Genova e alla Cattolica di Milano.

Cosa si deve aspettare la città di Savona dalle prossime elezioni comunali sul tema della sicurezza dal crimine?

"Quando il tema è la questione della sicurezza da crimini e devianze occorre evidenziare il doppio aspetto del problema: da un lato c’è una scommessa che attende i cittadini, dall’altro una sfida che dovrà raccogliere chi amministrerà la città. Sapete su cosa verte la scommessa? Sul fatto che la nuova giunta comunale si accollerà la volontà di governare la sicurezza della città migliorandone la qualità della vita. Un fatto scontato si potrebbe pensare, e invece no. Una scommessa che i savonesi sarebbero pronti a perdere, se i fatti dimostrassero il contrario, e cioè una nuova attenzione verso le illegalità diffuse presenti in città.

Dico ciò perché, finché si tratta di amministrare attraverso insicurezze soggettive e allarmi reali la via è battuta con insistenza: dichiarazioni roboanti dei candidati, promesse di contingenti in forze a tutte le ore, ipertecnologia all’avanguardia e tante altre frasi a effetto contro ultimi, penultimi, chi arriva prima, chi dopo e chi non arriva per niente. Se al contrario il compito è generare risposte: quindi azioni, interventi, programmi, metodicità, allora la strada si fa irta, perché gli slogan a effetto e le dichiarazioni stampa non bastano e i cittadini ne hanno acquisito più consapevolezza.

Negli ultimi dieci anni i savonesi lo hanno visto da vicino. Savona non ha bisogno di mirabolanti azioni risolutorie o di magici maquilage. Nel primo caso perché alcuni interventi di recupero urbanistico sono già stati realizzati, nel secondo perché all’estetica e al gusto sono da associare sostanza e contenuti”.

Come si sviluppa una delega istituzionale come questa calata nella realtà savonese?

“La competenza della sicurezza urbana richiede da sempre un’attenzione costante. E’ caratterizzata da una profusione di idee, da progettazione urbanistica, dal coordinamento interassessorale, che sappia tenere insieme i servizi alla persona, l’urbanistica e le competenze di polizia locale. Insomma da una prospettiva di visione e di pensiero. Non è una pratica qualunque, ma un esercizio professionale in cui il tutto non può limitarsi a ruotare intorno al controllo e al sanzionamento di reati e inciviltà diffuse. Questa parte rientra tra le necessarie funzioni ordinarie, ma non tra le sole risolutive. Invece tutte le volte che si predispone un provvedimento politico sull’insicurezza percepita o a seguito di un’illegalità la risposta più gettonata, se non esclusiva, è più agenti in strada e più sorveglianza tecnologica. In una giunta comunale non ci si improvvisa al timone della sicurezza urbana".

Faccia un esempio?

"Ciò che sta irrompendo sulla scena quotidiana e che riguarda le correlazioni con la crisi economico-sociale, la cui percezione in alcune amministrazioni liguri non sembra così condivisa. Si fa un gran parlare di fronte-mare, bonus affitti per le attività commerciali in crisi, ma senza un progetto di messa a punto di una zona o di un quartiere, cioè senza un riordino dell’identità che i quartieri delle città necessitano, le singole misure a spot non portano da nessuna parte. La prospettiva di sistema è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi.

Lei potrebbe dirmi, ma perché non si fa abbastanza? Perché richiede uno sforzo maggiore. Perché c’è bisogno di conoscenze, intuizioni, ascolto, pragmaticità, tutte caratteristiche che investono una parte minoritaria dell’attuale classe politica. E’ più semplice urlare, arrivare alla pancia, creare suggestioni che non confrontarsi con i comitati di cittadini, magari di orientamento politico contrario, ascoltare le ragioni di tutti, stare in mezzo alla gente, per poi scegliere cosa ha un senso realizzare, con quali modalità, in quali tempi, e soprattutto se quanto deliberato risponde davvero agli obiettivi prefissati”.

Quali attenzioni dedicherebbe a Savona?

"Da un lato, il riciclaggio di denari, i subentri nelle attività commerciali, i tentativi di instaurare nuove forme estorsive, sembrano sostituire il welfare istituzionale con uno “fai-da-te”, ma attenzione, il mancato rispetto delle regole criminali non fa sconti o eccezioni. Pertanto, cedere alle lusinghe della criminalità è come destinarsi al ruolo di vittime. Dall’altro, i delitti più comuni, le forme predatorie come i furti di strada, per quanto da qualche anno stabili, e da quelli contro il patrimonio: i furti in abitazione, negli esercizi al dettaglio, che spesso trascendono in pericolose rapine, con l’effetto di moltiplicare il senso di insicurezza tra la gente. E poi le insofferenze generate da coloro che non sanno stare in una relazione famigliare senza esercitare prevaricazioni e violenze".

Se dovesse indicarmi una priorità?

"Guardi, le rispondo con una premessa: tutto è prioritario perché, come ho detto, nulla si può escludere. Le dico questo… giorni fa ero coi sindaci della Val di Magra, a seguito dell’uccisione di una giovane donna. Non c’è sindaco o assessore che non metta sul piatto i problemi indotti dalla correlazione di droga e alcol tra pre e adolescenti. In questo momento sto coordinando un importante lavoro sui minori nell’ambito finalese. Non l’unico in Liguria. Come vede, se si vuole si può intervenire, ma occorre avere chiari gli obiettivi. E’ di facile presa l’attacco ai giovani. Inevitabile certo, ma limitante. Più scomodo e faticoso è dare ascolto alle loro richiesta. Quello che ci chiedono è di essere ascoltati. Lo fanno facendosi del male, spostando sempre più avanti il livello della trasgressione. Ed è questo che ci dovrebbe mettere con le spalle al muro: tecnici, amministratori, politici, genitori. Non si può rispondere a soli colpi di ordinanze anti-movida, perché quell’unica terapia ha dimostrato empiricamente di non attenuare il problema".

Un’ ultima raccomandazione alla giunta che verrà? Oltre alle tante già messe nel piatto?

"Assumere un indispensabile punto di vista su come intendere la sicurezza urbana a Savona. Non mi riferisco soltanto alle linee di indirizzo di cui abbiamo parlato e all’eventuali modalità, ma alla forza di intraprendere scelte di prospettiva".

In allegato le prime due puntate della rubrica

Luciano Parodi


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