Un territorio ricco di opportunità per il futuro ma altrettanto minato dalle crisi industriali ancora da troppo tempo irrisolte.
E' questo il quadra a tinte ancora fosche portato all'attenzione del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, da parte dei sindacati nella giornata di ieri (15 ottobre, ndr).
"Nell’ambito dell’incontro col ministro - spiega in una nota Simone Pesce, responsabile territoriale del sindacato per Savona e Imperia - da un lato, abbiamo espresso preoccupazione rispetto alle varie vertenze aziendali ancora irrisolte presentando il dossier (aggiornato ad ottobre) sulle crisi industriali elaborato unitariamente insieme a Cgil e Uil, e dall’altro sottolineato ancora una volta le potenzialità di un territorio che, se adeguatamente sostenuto, può contribuire alla ripresa economica dell’intero Paese".
L’occasione è stata utile per chiedere un impegno a promuovere un’azione coordinata tra i vari ministeri coinvolti nella gestione delle singole vertenze: "La mancanza di coordinamento rischia, infatti, di allungare notevolmente i tempi e di compromettere definitivamente il futuro di aziende che, pur se interessate da processi di riorganizzazione, hanno ancora prodotti, mercato e professionalità adeguate per competere in diversi settori industriali strategici per il Paese" proseguono dal sindacato.
E' l'esempio di Piaggio Aero e LaerH, per le quali i coordinatori territoriali delle federazioni di categoria Simone Mara di Fim, Corrado Calvanico di Femca e Danilo Causa di Fit, unitamente ai rappresentati sindacali aziendali, hanno ricordato come sia determinante che "tornino ad essere un’unica azienda fiore all’occhiello del settore Aerospaziale e della Difesa".
Così come anche le vadesi Alstom Bombardier e Sanac, con la prima che "sviluppi nel sito di Vado Ligure i nuovi prodotti ed i nuovi processi di lavoro portando a compimento il piano industriale presentato dal Gruppo" e la seconda possa trovare "una valida occasione di rilancio nell’ambito del riassetto del settore della produzione dell’acciaio".
Immancabile poi il riferimento a due aziende operanti sulla Val Bormida come Funivie, per la quale si è chiesto che "venga ripristinata ed inserita in un nuovo progetto industriale per la gestione delle rinfuse" unendo porto ed entroterra e la più recente Schneider Electric, affinché "rimanga nello stabilimento di Cairo Montenotte e garantisca continuità occupazionale ai 133 dipendenti oggi interessati da una potenziale cessione ad un soggetto che non fornisce nessuna garanzia".
"Al ministro del lavoro abbiamo - si legge in conclusione -, espresso la necessità di politiche attive del lavoro, formazione professionale, innovazione e ricerca che possano traguardare le diverse transizioni che dovremmo affrontare in diversi settori produttivi: da quella energetica (per citare Schneider, Trench, Cabur) a quelle industriale (ad esempio filiera automotive Bitron, Continental), della mobilità sostenibile (Alstom Bombardier), aerospaziale e difesa (Piaggio Aerospace e LaerH), ambientale e logistica (Funivie) e della produzione dell’acciaio (Sanac)".