Economia - 29 novembre 2021, 07:00

Cosa vuol dire brand innovation?

I marchi di oggi hanno una vita di 35 anni inferiore rispetto al 1960. Perché? Perché in un mondo iperconnesso e sempre più veloce, gli utenti sono sottoposti a talmente tanti stimoli nuovi da annoiarsi più facilmente.

I marchi di oggi hanno una vita di 35 anni inferiore rispetto al 1960. Perché? Perché in un mondo iperconnesso e sempre più veloce, gli utenti sono sottoposti a talmente tanti stimoli nuovi da annoiarsi più facilmente.

La soluzione a questo problema è una serie di pratiche e di azioni strategiche chiamato brand innovation. Non si tratta solo di migliorare il prodotto o il servizio sulla base delle richieste dei clienti, ma di un processo completo che coinvolge l’azienda nel suo insieme.

Come si fa brand innovation

Tutto dipende dalla storia del marchio e dal segmento di mercato a cui fa riferimento la propria azienda. In alcuni casi un’eredità troppo pesante va svecchiata, in altri il prodotto o il servizio principale diventa obsoleto e va rinnovato. Come si fa a capire quando e in cosa applicare la brand innovation?

Sicuramente per le start up è più facile. Nate in seno al mondo degli scambi digitali, le aziende più giovani sono abituate a cambiare insieme al mercato e ad attuare strategie innovative per rendersi sempre rilevanti nella propria nicchia.

E le aziende che hanno già uno o più decenni? Per loro la brand innovation diventa linfa vitale per sopravvivere in mercati sempre più veloci, connessi e mutevoli. Le strategie da mettere in pratica coinvolgono l’aspetto visuale, quello comunicativo e quello produttivo.

Alcune strategie da mettere in pratica

Nella pratica, le strategie di brand innovation sono moltissime e variano in base alla nicchia di mercato, alla storia del marchio e al target di utenti che si vuole intercettare. Tra tutte, vanno sicuramente considerate:

  • guardare il prodotto o il servizio da una nuova prospettiva per intercettare nuovi bisogni dei clienti;

  • adeguare la propria comunicazione ai temi sociali e culturali più rilevanti del periodo (sostenibilità e inclusività, per esempio);

  • creare collaborazioni o edizioni limitate per attrarre una fetta di pubblico diversa.

A queste vanno aggiunte le innovazioni più specifiche, relative al singolo prodotto o servizio o all’immagine generale dell’azienda. La chiave è essere rilevanti: parlare delle cose giuste, al momento giusto, con il tono giusto. E ovviamente anche fornire il prodotto giusto è fondamentale.

Un’azienda che noleggia dvd e che si trasforma nella più grande piattaforma di streaming al mondo per intercettare il bisogno dei nativi digitali ne è un esempio eccellente: stiamo parlando di Netflix. Ecco come lo spirito di innovazione ha creato un vero e proprio colosso.

Ma chi si occupa di brand innovation?

I professionisti di questa disciplina devono mettere in campo conoscenze tecniche, di marketing, di comunicazione scritta e visiva, di brand awareness. Per questo è sempre bene affidare la propria campagna di brand innovation a un team diversificato e in possesso di tutte queste conoscenze.

Il lavoro di gruppo è fondamentale e va coordinato insieme al CEO o al fondatore dell’azienda o comunque a qualcuno che ne faccia parte. Non si può avere brand innovation senza conoscere in maniera precisa e definita il brand, i suoi valori, i suoi clienti attuali e potenziali.

Le agenzie di brand innovation sono presenti in tutto il mondo e si stanno affermando anche sul mercato italiano. Per trovare quella adatta, è bene richiedere una serie di consulenze e trovare i professionisti con cui ci si sente più a proprio agio: insieme si costruirà la nuova e rinnovata identità del brand.