Attualità - 09 maggio 2022, 15:02

Coldiretti, nuovi piani di gestione Zsc: ulteriori adempimenti e restrizioni per le imprese

Mondo agricolo interpellato ad atti deliberati. Incoerenza con il raddoppio della ferrovia di Albenga

Coldiretti, nuovi piani di gestione Zsc: ulteriori adempimenti e restrizioni per le imprese

I Piani di Gestione delle ZSC presentati dalla provincia di Savona rischiano di mettere nuovamente in difficoltà le imprese agricole, con restrizioni e ulteriori adempimenti burocratici che graverebbero su una situazione resa già difficile dagli strascichi della pandemia e dalle ricadute sul mercato del conflitto ucraino. Si tratta di Piani essenziali per la salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico, già tutelato, tuttavia, nel corso degli anni dalle grandi opere di mantenimento del territorio messe in atto proprio dagli operatori del mondo agricolo. Se da un lato, quindi, come Coldiretti ci troviamo pienamente concordi nel far sì che questo immenso patrimonio venga tutelato, dall’altro cresce la preoccupazione per l’inserimento di nuove restrizioni che costringeranno le imprese agricole ad ulteriori difficoltà operative e burocratiche.

I Piani di Gestione avranno ripercussioni sul normale svolgimento delle attività in campo: un primo esempio riguarda il pascolo con il limite massimo di 0,8 uba per ettaro e con la possibilità di superare tale limite solo dopo la presentazione di un piano di pascolamento. Le normative comunitarie pongono il limite massimo di 4 uba per ettaro e il piano viene presentato solo in casi eccezionali per accedere a particolari aiuti comunitari; il limite imposto dai nuovi Piani risulta quindi piuttosto basso e facilmente superabile, e pertanto quasi sicuramente bisognerà provvedere ad un piano di pascolamento che comporterà ulteriori costi e tempo da dedicare per le imprese. Inoltre, per poter procedere in tranquillità con il pascolamento, l’allevatore dovrà mettere in atto tutta una serie di misure di protezione dagli attacchi del lupo (formazione degli allevatori sui rischi del pascolo brado con nascite all’aperto, sistemi di prevenzione come recinti elettrificati, cani da guardiania, dissuasori acustico sonori), visto che il Piano di Gestione esorta le imprese a tutelarsi dal predatore e non si prevedono azioni di allontanamento del lupo dai nostri territori. Ancora una volta dovranno essere le imprese a sobbarcarsi dei costi al fine di garantire benefici a tutti.

Siamo molto preoccupati per questi nuovi Piani di Gestione, –affermano Marcello Grenna residente Coldiretti Savona e Antonio Ciotta direttore provinciale - e siamo anche dispiaciuti che il mondo agricolo sia stato interpellato per un confronto ad atti già deliberati, con la sola possibilità di correggere quanto già discusso. Siamo consapevoli dell’importanza della salvaguardia del nostro territorio ma non accettiamo che questo possa portare ulteriori problemi per le nostre aziende. Peraltro, se le proposte mirano alla tutela dell’habitat, della fauna e della flora, nonché delle risorse idriche, non riusciamo a comprendere come tutto questo possa convivere con circa 25 chilometri di galleria che sarà realizzata anche all’interno dell’area di pertinenza della ZSC per la realizzazione del raddoppio della ferrovia relativamente al tratto da Andora a Finale Ligure. La probabilità che tali lavori creeranno rilevanti difficoltà alle falde acquifere che man mano si incontreranno durante gli scavi è elevata. Allora, –concludono Grenna e Ciotta - nel rispetto di quanto già deliberato dalla provincia risulterebbe coerente che la stessa ponesse precisi vincoli e restrizioni nei confronti dell’opera che si immagina a breve sarà realizzata”.

Ulteriori preoccupazioni, infine, nascono dalla possibile necessità di restringere l’utilizzo di mezzi tecnici che potrebbero risultare non opportuni per la conservazione dell’habitat: oggi risulta sempre più importante e vitale effettuare una sana e consapevole lotta fitosanitaria per raggiungere soddisfacenti obiettivi di produttività. Limitare le imprese in questo significherebbe limitare l’operatività e contestualmente compromettere la redditività di un’attività già in grande difficoltà per le condizioni strutturali del mercato ancora più aggravate dai recenti avvenimenti. Anche sul settore forestale, attività che interessa circa il 72% del territorio provinciale, è facile prevedere difficoltà operative dovute a ennesime condizioni restringenti.

Comunicato stampa

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