Attualità - 10 maggio 2022, 15:00

Cultura ad Albenga, Kronoteatro: “L’Ambra non rappresenta tutti. Necessario uno spazio di fruizione, ma anche incontro e relazione di una comunità”

La compagnia teatrale di Albenga spiega il proprio punto di vista e auspica in un futuro non troppo lontano uno spazio congeniale anche alle loro esigenze teatrali per dare ai cittadini un’offerta culturale “sociale”, multifunzionale e dinamica

Cultura ad Albenga, Kronoteatro: “L’Ambra non rappresenta tutti. Necessario uno spazio di fruizione, ma anche incontro e relazione di una comunità”

C’è grande entusiasmo tra gli appassionati di teatro ad Albenga per l’atteso accordo raggiunto tra le parti che prevede la prossima riapertura del Teatro Ambra. In un precedente articolo, Savonanews ha chiesto a Gino Rapa dei Fieui di caruggi e Silvana Ansaldo della compagnia “Quelli del mercoledì” di esprimere un’opinione sulla riapertura, vista la grande mancanza di uno spazio culturale ampio che si è sentita durante il lungo periodo di chiusura (leggi QUI). Abbiamo chiesto ora ai componenti di Kronoteatro  se pensano che la compagnia teatrale possa trovarvi spazio espressivo nella “nuova era dell’Ambra”. 

L’Ambra nasce come cinema e ne porta, nel bene e nel male, tutte le caratteristiche – spiega Tommaso Bianco, uno degli storici fondatori e portavoce di Kronoteatro -. È più simile a un grande auditorium, di certo utile a manifestazioni grandi, però un palco di così ridotte dimensioni, l’assenza di un ring appendi fari, il rapporto squilibrato tra platea ed altezza del palco non ci permetterebbero di programmare la tipologia di spettacoli che contraddistingue le nostre manifestazioni e ai quali la comunità degli spettatori che segue i nostri eventi si è abituata e che ci hanno permesso di ricevere riconoscimenti e acquisire autorevolezza nel comparto culturale nazionale”.

Certo, negli anni anche noi abbiamo organizzato diverse edizioni della Kronostagione al suo interno, ma quello è appunto il passato, non il futuro. La nostra programmazione negli anni è cresciuta e si è specializzata e ad oggi impone necessità differenti da quelle che l’Ambra può offrire”. Una proposta culturale nuova e differente, quindi. “C’è poi una questione non prettamente professionale o tecnica, ma che attiene più ad un’idea di società e di politica culturale – prosegue Bianco -. Da sempre perseguiamo l’idea di un teatro nazionale di comunità, un teatro che sia non solo il luogo di fruizione di uno spettacolo, ma anche lo spazio di incontro e relazione di una comunità, di espressione e creazione artistica, un laboratorio permanente dove le nuove leve possano formarsi nelle professioni dello spettacolo, uno spazio che sia sociale, aperto, vivo e vitale. Uno spazio dei cittadini e per i cittadini, che sappia mettere in dialogo la comunità locale con le realtà culturali di tutto il Paese. Siamo per un teatro sociale e moderno, aperto 365 giorni all’anno, multifunzionale e dinamico”.

Da tempo i componenti di Kronoteatro, compagnia nata sui banchi di scuola del Liceo Giordano Bruno di Albenga nel 2004, non hanno uno spazio nella città ingauna dove provare gli spettacoli, infatti Bianco spiega che “attualmente proviamo al Teatro Nazionale di Genova, al PimOff di Milano, al Cantiere Creativo Urbano di La Spezia, per citare quelli con cui il rapporto è più continuativo. Dal 2015 siamo Impresa di produzione teatrale riconosciuta dal Ministero della Cultura e questo ci impone una capacità produttiva costante e uno standard qualitativo molto elevato nella creazione degli spettacoli. Nel prossimo triennio apriremo un nuovo ciclo produttivo: allestiremo tre nuovi spettacoli in collaborazione con tre altre formazioni artistiche. Ad ospitare la fase creativa saranno, oltre le realtà succitate, teatri e centri di residenza sparsi sul territorio italiano, dalla Toscana all’Emilia Romagna, da Trieste a Udine”. 

Siamo molto orgogliosi che queste strutture credano nel nostro lavoro e ci facciano da casa e da cantiere, ma non nascondiamo una certa tristezza nel constatare che il nostro lavoro, che ad Albenga ha le sue radici, debba dar frutti lontano”. 

Non per questo ci dimentichiamo del luogo da cui tutto è partito e continueremo, come sempre, a fare del nostro meglio perché Albenga possa continuare ad essere riconosciuto come un importante polo di promozione e produzione dei linguaggi della scena contemporanea. Dover allestire gli spettacoli lontano da casa, in uno spazio non a nostra gestione, ci impone spese maggiori e minore disponibilità di tempo – sottolinea -, non ci permette di confrontarci con la comunità locale, mostrando loro le anteprime di quegli spettacoli che poi vengono programmati altrove e non ci dà la possibilità, nemmeno in un secondo momento, di programmarli qui. Questo è ad oggi il nostro più grande problema e, pur contenti della soluzione trovata per l’Ambra, ci chiediamo quando potremo trovare anche noi una soluzione per poter svolgere al meglio il nostro lavoro”. 

La compagnia, già dal 2021, è “orfana” dello “Spazio Bruno”, storico luogo presso il liceo di Albenga in cui Kronoteatro è nata e cresciuta e dove andava in scena la “Kronostagione”, selezione di rappresentazioni teatrali molto attesa e seguita.  Sul punto Bianco spiega che “abbiamo individuato uno spazio di proprietà comunale da ristrutturare e allestire a sala teatrale con dotazioni tecniche adeguate, che potrebbe diventare quel luogo di socialità e di creazione e promozione culturale e teatrale di cui abbiamo parlato prima”. 

Pur tra ritardi, difficoltà burocratiche e finanziarie stiamo cercando di attuare questo progetto così ambizioso e complicato, al limite delle nostre possibilità. Per questo chiediamo all’Amministrazione che si impegni, così come ha fatto per l’Ambra, nel contribuire al successo dell’impresa facendo tutto ciò che è nelle sue possibilità per garantirci stabilità e continuità lavorativa, per dare alla città una nuova possibilità di sviluppo culturale e per far ripartire la Kronostagione che andava avanti continuativamente da tredici anni”.

Tanti gli utilizzi che potrebbe avere questo spazio, così come concepito da Kronoteatro: “Potrebbe diventare la casa delle associazioni, luogo di esibizione per i saggi scolastici, di danza e molto altro. Lì dentro si potrebbero organizzare laboratori di ogni sorta e percorsi di formazione per le figure professionali dello spettacolo. Potrebbe essere la residenza creativa per le compagnie amatoriali e per quelle professionali. Potrebbe essere il luogo di incontro di un’intera comunità, non più chiamata ad essere passivo spettatore, ma primo promotore del cambiamento culturale della città”. 

Noi, come sempre, siamo pronti a rimboccarci le maniche e fare del nostro meglio e siamo disponibili a mettere in campo tutte le nostre energie e le nostre competenze”. 

E conclude così: “Vorremmo rivolgere una domanda a cittadini e amministratori: qual è il futuro che vogliamo per la città? Qual è il progetto, la visione, l’orizzonte? Qual è la politica culturale che vogliamo perseguire? Cosa pensiamo si meriti la futura generazione di cittadini?”.

Il vicesindaco Alberto Passino, sul tema risponde che “La nostra amministrazione crede e punta da sempre con decisione sulla cultura e certamente faremo il possibile affinché anche Kronoteatro trovi la sistemazione più congeniale alle necessità della compagnia. Lo abbiamo già fatto individuando il bene di proprietà comunale destinandolo a finalità culturali. Stiamo attendendo le integrazioni necessarie da Kronoteatro a seguito della evidenza pubblica già espletata dall’ente e una volta presente agli atti il progetto di riqualificazione definitivo, valuteremo il tutto complessivamente”. 

L’Ambra, che non è proprietà del comune – precisa Passino -, è gestito dalla Teatro Ingaunia e presto potrà finalmente riaprirlo al pubblico. Questo luogo indispensabile per l’espressione culturale della città, è l’unico spazio chiuso che dispone fino a 450 posti a sedere. La cultura è un universo infinito dove c’è spazio per tutti, il nostro impegno infatti è perché tutte le realtà culturali, teatrali e non, possano esprimersi al meglio nella nostra città”.

 

Maria Gramaglia

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