Attualità - 27 maggio 2022, 16:20

Crisi industriali del savonese, ancora silenzio dal Mise. L'allarme di Cgil, Cisl e Uil: "Si pregiudica il futuro della provincia"

Occupazione e sviluppo i due temi su cui insistono le sigle sindacali: "Le crisi si aggravano e si avvicinano scadenze importanti. Ma nonostante l'impegno assunto a Savona da Giorgetti ancora nessuna novità"

Crisi industriali del savonese, ancora silenzio dal Mise. L'allarme di Cgil, Cisl e Uil: "Si pregiudica il futuro della provincia"

L’aggravarsi di alcune situazioni in particolare, come ad esempio Funivie Spa per cui si potrebbe addirittura arrivare al licenziamento collettivo, l’avvicinarsi di scadenze importanti per il futuro industriale di alcune aziende, vedi le procedure di vendita di Piaggio Aerospace e i nuovi assetti Bombardier-Alstom, oltre alle ultimissime notizie che arrivano sul fronte Sanac, riaccendono i riflettori sulle crisi industriali del savonese e l'appello dei sindacati a nuovi "interventi urgenti che mettano in sicurezza il futuro degli stabilimenti locali, della relativa occupazione e che rilancino più in generale lo sviluppo di questo territorio".

Lo ripetono ancora una volta, rivolgendosi in particolare al Mise ma anche al Governo e alla Regione Liguria, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil in una nota con cui si richiede con forza "un intervento fondamentale, non soltanto quale elemento di garanzia, bensì in quanto tutte le vertenze citate, a vario titolo, sono interessate da procedure per le quali il coinvolgimento ministeriale è già previsto ovvero indispensabile per la definizione di soluzioni risolutive".

"Da oltre 8 mesi il sindacato confederale savonese sollecitano la politica nazionale e regionale ad intervenire, senza trovare nessuna risposta, senza trovare nessuna soluzione - continuano i segretari Pasa, Pesce e Mazziotta - Non sono bastate neppure le numerose richieste inviate al presidente Toti, all’assessore Benveduti e al ministro Giorgetti, per sollecitare con forza la riattivazione dei tavoli di confronto aperti presso i rispettivi ministeri ovvero la costituzione di nuove sedi di confronto in merito alle tante vertenze industriali afferenti al nostro territorio (Piaggio Aerospace, LaerH, Sanac, Bombardier- Alstom e Funivie)".

 

Oggetto delle critiche è il ministro Giorgetti che "non più tardi dello scorso mese di settembre 2021, in occasione della visita per la campagna elettorale della Città di Savona, quando incontrò Cgil, Cisl e Uil, le categorie sindacali territoriali di Savona, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori delle vertenze aperte, impegnandosi di lì a poco a convocare ogni singola vertenza al Ministero dello Sviluppo Economico".

"Sono passati oltre 8 mesi è nessun incontro e nessuna promessa è stata mantenuta dal Ministero - proseguono - neppure su sollecitazione degli amministratori locali, dal Prefetto e perfino dalla politica regionale (assessori e presidente di Regione) dimostrando purtroppo poca, pochissima autorevolezza nei confronti del Governo e del Mise quando si parla di lavoro e di Liguria".

"Ci saremmo aspettati che il Ministro, oggi in visita a Genova e domani a La Spezia, venisse anche a Savona con soluzioni concrete alle tante, troppe crisi industriali del territorio, portando a termine gli impegni che lui stesso si era ripromesso di portare al territorio" aggiungono dalle organizzazioni sindacali provinciali esprimendo quindi "forte preoccupazione rispetto al silenzio dei ministeri interessati".

Il sindacato intende quindi non restare con le mani in mano ma annuncia l'intenzione di valutare l'assunzione di "tutte le iniziative che si riterranno più idonee a sostenere le proprie richieste: urge, infatti, la necessità di individuare soluzioni chiare e definitive per le diverse situazioni che, seppur caratterizzate da diversi gradi di gravità ed urgenza, rischiano, se non affrontate per tempo, di compromettere seriamente ed irrimediabilmente il tessuto produttivo territoriale e la tenuta sociale locale".

"Si tratta di circa 3 mila tra diretti e indiretti, alle prese con la riduzione della retribuzione, o parte di essa quando sono sospesi in cassa integrazione e la messa in discussione delle proprie condizioni di vita, con l’ansia e l’incertezza del futuro - continuano Pasa, Pesce e Mazziotta - Un’incertezza che non trova risposte all’altezza delle difficoltà che questi occupati vivono, il cui destino rimane indefinito per l’assenza di un disegno nazionale di politica industriale in nessun comparto industriale del Paese, dalla siderurgia all’aerospazio, dal ferroviario alle infrastrutture".

Per poter dare risposte concrete a queste migliaia di lavoratori e lavoratrici "è necessario che il Paese si doti di un progetto industriale complessivo dove si individuino anche gli strumenti per salvaguardare il nostro sistema industriale e contemporaneamente si intervenga su innovazione e ricerca per posizionare il nostro sistema industriale in un ruolo di traino e guida europea" concludono dal sindacato confederale.

Redazione

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