Ha creato particolare discussione non solo tra i cittadini ma anche nella minoranza, la brochure presentata dal sindaco Marco Russo sui social e in una riunione lunedì all'sms della Rocca di Legino per illustrare ai savonesi l'attuale situazione della raccolta rifiuti in città e sensibilizzarli per una corretta convivenza civile dando alcune "regole".
"La città è in condizioni pietose, è sempre più sporca e la cosa peggiore è che i cassonetti non vengono mai svuotati e così facendo si dà un'immagine negativa della città in quanto ci aspettiamo a vivere un periodo estivo, senza considerare che dal punto di vista igienico è un male - ha detto il capogruppo di Toti per Savona Pietro Santi - non è assolutamente colpa dei netturbini, è un'azienda che va a pezzi e non bisogna dar colpa ad una società che ha fatto un ricorso legittimo, è una scusante, il problema sta a monte, manca una direzione nell'azienda che coordini il servizio. Per non parlare dei mezzi che sono in una condizione disastrata".
"La brochure fa sorridere la città, è una cosa ridicola e se addirittura non è stata presentata in un'assemblea pubblica dove chiunque possa dire la propria, è ancora peggio" ha continuato Santi.
"Ancora una volta il sindaco Russo non si prende la responsabilità di dire ai cittadini le cose come stanno: la città è sporca, nel degrado e purtroppo sappiamo che malgrado le promesse fatte qualche mese fa i risultati non ci sono e nemmeno piccoli miglioramenti. Di chi sarebbe la colpa ora? Del ricorso di "Sat" - il commento del capogruppo della Lega Maurizio Scaramuzza - Perché illudere i savonesi? Le 'slide' pubblicate sui canali social istituzionali sono la classica lezioncina che ci siamo abituati a subire, ma che non porterà a nulla e noi non possiamo più accettare questo comportamento"
."Perchè da tempo la città non è pulita come vorremmo?". Come si risolve il problema?". "Quando ci sarà una svolta?". "Cosa farà la nuova società?". "Nel frattempo cosa fa il comune?". "Come risponde Ata?". "Noi cittadini cosa possiamo fare?". "Quindi facciamo un patto".
Queste le domande presenti nella brochure presentata dal comune che si concentra quindi sulla situazione economica di Ata, il bando per l'acquisizione al 49% di un nuovo soggetto che subentri alla società partecipata e che dovrebbe dare vita al nuovo servizio di raccolta porta a porta e il ricorso al Tar di Iren/Sat che sta di fatto stoppando l'iter.
Nel frattempo Ata sta aumentando il numero dei cassonetti e sostituendo quelli danneggiati, sta rafforzando la dotazione dei mezzi, acquisendo elettrocompattatori per accorciare il tragitto dei mezzi, riorganizzando i percorsi di raccolta e il servizio di lavaggio e spazzamento e inserirà temporamente 4 addetti.
L'amministrazione inoltre chiede un supporto ai cittadini non abbandonando i rifiuti ingombranti, piegando i cartoni, schiacciando le bottiglie di plastica, non abbandonando i sacchetti per terra e raccogliendo le deiezioni canine.
"Tutti noi abbiamo bisogno di migliorare il nostro senso civico ma questa iniziativa mi pare surreale. A Bolzano, a Mantova o a Parma le persone non sono migliori di noi. Il problema è un altro. Il pulito chiama pulito il decoro chiama decoro. Se io, Amministrazione, tengo una città pulita il cittadino la tiene pulita, a nessuno piace stare nello sporco. Il cittadino medio si adegua a quello che trova e migliora o peggiora in base al contesto in cui vive - commenta Fabio Orsi, consigliere comunale del gruppo Toti per Savona - Quindi non puoi chiedere al cittadino di essere migliore se non rendi efficiente un servizio fondamentale per rendere migliore la città. E su questo punto mi tocca ricordare: nessuna nuova iniziativa straordinaria per ripulire la città e migliorare il servizio; nessuna partecipazione ai bandi pnrr che (a maggior ragione con i ritardi che avrà la gara) potevano fornire fondi per mezzi e centri di raccolta e, dulcis in fundo, un piano finanziario di ATA per il 2022 (sul quale è stata calibrata la Tari) che prevede 0 euro (dicasi zero euro) per il miglioramento del servizio".
"I tavoli e le agende evidentemente non bastano più per nascondere le gravi carenze della giunta sul tema dell’igiene urbana. Siamo passati da uno pseudo piano di comunicazione sulla raccolta rifiuti che conteneva bizzarrie come “quanto pesa mio nonno” e gli stakeholders che devono fare il giro degli esercizi commerciali per recuperare la bratta (noto termine tecnico), a quattro slides di indottrinamento per scaricare inefficienze e responsabilità sui savonesi e, udite udite, su Sat, che ha addirittura osato fare ricorso per far valere i suoi interessi legittimi - ha specificato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Meles - Gli incivili esistono ed esisteranno sempre, ma pensare che la città sia in queste condizioni a causa di comportamenti scorretti è fantascienza. E pensare che il più che legittimo e prevedibile (lo dissi già nel 2018) ricorso di Sat abbia stoppato sul nascere l’intervento risolutivo è ai limiti del ridicolo: l’ingresso del privato, il passaggio del ramo di igiene urbana alla nuova società, la realizzazione degli investimenti e la promozione e l’attuazione del nuovo piano avrebbe richiesto ancora mesi e mesi".
"Nel frattempo l’amministrazione che fa? Nulla. E lo confermano loro nelle slides: è in contatto con Ata, segnala ad Ata, sollecita Ata. Meno del minimo sindacale: non è più il tempo degli alibi, ma il tempo di agire. I savonesi pagano oltre 13 milioni di Tari, costo del tutto ingiustificato rispetto al livello del servizio, al di sotto di qualunque livello di decenza - conclude Mles - Se servono risorse per integrare le attività di lavaggio e pulizia ricorrendo ad altre società, integrando quel poco che Ata riesce a fare, che si proceda. E non ricorrendo alle cooperative amiche che fanno dumping salariale. Spazzamento, lavaggio, operatori ecologici sono ormai elementi mitologici. I bidoni (rotti) emanano sgradevoli fragranze. È colpa dei savonesi maleducati? È colpa del ricorso di Sat? No, sono gravi inadempienze contrattuali e totale assenza di soluzioni politiche degne di questo nome. Le brochure e i piani di comunicazione sono una ridicola farsa e una presa in giro all’intelligenza dei savonesi".