Sanità - 19 settembre 2022, 11:41

Cgil Savona: "Il servizio sanitario nazionale va garantito a tutti i cittadini"

"Vogliamo rilanciare e dare forza a una vertenza nazionale, da articolare in tutti i territori, per il diritto universale alla salute e alle prestazioni sociali"

"La salute è un diritto e non una merce, né un bene di consumo; diritto che deve essere garantito a tutte e tutti ed essere realmente esigibile da ciascuno in ogni realtà territoriale perché è un diritto della persona sancito dall’art. 32 della Costituzione: 'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività'", cosi commenta in una nota la Cgil Savona. 

"La Legge 833/78, istitutiva del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, ha dato attuazione al fondamentale principio contenuto nella Costituzione. Ma se la salute non è una merce e non ha prezzo, la sanità ha un costo che però deve essere sostenuto adeguatamente mentre per troppi anni, le politiche di austerity e i pesanti tagli hanno sottratto decine di miliardi alla sanità pubblica e messo a dura prova il servizio sanitario nazionale e soprattutto la tutela del diritto alla salute delle persone". 

"Il servizio sanitario nazionale va garantito in maniera universale a tutti i cittadini e non può essere legato al profitto e svenduto al privato, così come non devono essere regalate al privato strutture previste dal Pnrr per il decentramento della sanità sul territorio, strutture che dovranno essere aggiuntive alla rete esistente e non sostitutive di ospedali, e, che vanno rese operative con il personale e per le funzioni previste. Quello che non è più sostenibile per il Paese è l’idea di demolizione e privatizzazione del servizio sanitario nazionale". 

Il nostro servizio sanitario nazionale è tra i migliori ed i meno costosi del mondo. Se è in sofferenza, lo è a causa dei tagli dissennati degli ultimi decenni che stanno riducendo i servizi per i cittadini. Servizi che peraltro sono spesso garantiti  nonostante gravissime carenze di personale, basse retribuzioni e da lavoratori precari e destinati quindi ad andare in ulteriore crisi con la scadenza dei contratti in essere". 

"La ricetta di molte Regioni – tra cui la Liguria – di erogare più fondi al privato- colpisce il diritto alla salute e alla cura garantito dalle risorse pubbliche , spalancando le porte al mercato assicurativo in sanità, che curerebbe solo chi se lo può permettere, ritornando indietro di  oltre 40 anni nel nostro Paese. Per questo è necessario fermare i processi di esternalizzazione e privatizzazione nelle diverse forme in cui si sono concretizzati, compreso il ricorso a professionisti a gettone nelle strutture ospedaliere pubbliche". 

La pandemia ha ricordato a tutti il valore del sistema sanitario pubblico e universale: va difeso, potenziato, sviluppato e rafforzato a tutela del diritto alla salute così come sancisce l’articolo 32 della Costituzione. Perché siamo contro la privatizzazione della sanità? Perché il servizio sanitario nazionale, forte e sviluppato, garantisce il diritto alle cure e alla salute a tutti i cittadini indipendentemente dalla propria situazione sociale. Perché i privati in convenzione erodono risorse al pubblico ed eroga servizi solo laddove c’è profitto".

"Perché non è vero che il privato è più professionale del pubblico, anzi il contrario: dove il pubblico ha la necessaria programmazione ed organizzazione – cosa che oggi in Liguria non è- si trovano servizi e attività di qualità eccellente e veloci, molto di più che nel privato. Poi sfatiamo questo mito che il privato eroga servizi sanitari a prezzi più contenuti, non è vero. Il privato al massimo ti fa pagare il costo del ticket che in Italia fu inserito nel 1982". 

"Semmai bisognerebbe chiedere alle Regioni – a partire  dalla Liguria – com’è possibile che si trovano medici per effettuare interventi da privato o in intramoenia – utilizzando strutture pubbliche, sale operatorie pubbliche - e non nel pubblico? Quello che serve è esattamente il contrario : bisogna investire, perché il servizio sanitario nazionale oltre a garantire diritti di cittadinanza, produce crescita, occupazione, sviluppo e innovazione. Ma più in generale servirebbe al Paese uno Stato Sociale forte, pubblico e universale". 

"La necessità di garantire al servizio sanitario pubblico il finanziamento adeguato a rispondere ai bisogni di salute delle persone, allineando l’Italia a Paesi europei come Francia e Germania, è il primo punto alla base della piattaforma nazionale della Cgil per rilanciare una vertenza per il potenziamento e lo sviluppo della sanità pubblica, a garanzia del diritto universale alla salute e alle prestazioni sociali". 

"Per garantire il diritto a curarsi nel territorio in cui si vive è necessario un forte investimento nel personale sanitario, nell’assistenza territoriale, in un’adeguata rete ospedaliera, nella prevenzione; vanno modificati i meccanismi che alimentano il fenomeno della mobilità passiva e va data risposta agli inaccettabili tempi d’attesa che finiscono per favorire il ricorso a prestazioni private che hanno costi che non tutti possono permettersi di pagare. Ma che succede a chi non può permettersi di pagare? Succede che un numero crescente di persone rinuncia a curarsi per ragioni economiche (secondo l’ISTAT, si tratta dell’11% della popolazione della Liguria, in linea con la media nazionale): numeri inaccettabili di persone a cui si sta negando il diritto alla salute". 

"Per questo vogliamo rilanciare e dare forza a una vertenza nazionale, da articolare in tutti i territori, per il diritto universale alla salute e alle prestazioni sociali. La spesa sanitaria e sociale è un fondamentale investimento per un nuovo sviluppo sostenibile, capace di creare benessere diffuso e buona occupazione", conclude la Cgil Savona. 

Comunicato stampa