Curiosità - 29 gennaio 2023, 08:20

I Giorni della Merla: la leggenda in due versioni

Gli ultimi giorni di gennaio sarebbero i più freddi dell’anno, ma è proprio vero?

I Giorni della Merla: la leggenda in due versioni

Foto di Enrico Ruggeri

Ogni anno la stessa storia: a gennaio il freddo si attenua e poi all’improvviso… torna il gelo. E così tutti, ma proprio tutti, ci si rende conto che «Per forza! Sono i Giorni della Merla!». 

In effetti fateci caso: non c’è meteo che tenga di fronte all’infallibile previsione dei Giorni della Merla che, ad ogni 29 gennaio, con scarto davvero minimo, ci annunciano in modo quasi scientifico i 3 giorni più gelidi dell’anno, quelli, per intenderci, in cui sfoggiare i guanti non è solo questione di moda.

Ma quanti conoscono l’origine di questo modo di dire tanto allegorico quanto scientifico? 

Partiamo dalla leggenda di una povera famiglia di merli che, infreddolita e affamata, faticava a superare l’inverno. Papà Merlo, sentendosi sulle ali la responsabilità di Mamma Merla e dei suoi piccoli merlini, decise allora di traslocare con la famiglia in un nido più confortevole, a fianco di un camino: piano alto, vista panoramica, termoautonomo. 

Quel camino non solo li teneva al caldo, ma produceva fuliggine, così tanta che, al suo ritorno dopo 3 giorni (esattamente i 3 giorni della Merla), Papà Merlo faticò a riconoscere sua moglie: non era più nera come lui, ma era diventata grigia, della stessa tonalità polverosa della cenere. Questa versione dà una motivazione al fatto che i merli maschi siano neri e i merli femmina siano grigi, secondo una curiosità naturalistica. 

Racconta invece un’altra leggenda che questo volatile, in origine, si vantava di un piumaggio candido come la neve. Mentre Gennaio regalava i suoi ultimi giorni soffusi di un dolce tepore primaverile, il merlo lo sbeffeggiava a cinguettii sarcastici per il fatto che l’inverno stava finendo senza che ci fosse stato il grande gelo. 

Allora, Gennaio si arrabbiò e decise di raggelare tutto per tre giorni, ma ne disponeva soltanto di due, perciò ne prese in prestito uno da febbraio. Calò il gran freddo, il merlo bianco non trovò di meglio che rifugiarsi in un camino e dopo i tre fatidici giorni, se ne uscì tutto nero, colore che gli rimase impresso per sempre. 

La leggenda ha assunto dunque variazioni fantasiose a seconda dei luoghi e delle regioni dello Stivale, ma ovunque segnava la sostanziale fine dell’inverno, tant’è che il 2 febbraio incalza il proverbio: «A la candelora de l’inverno semo fora». 

Dice ancora il saggio che, se i Giorni della Merla saranno freddi, la primavera sarà bella, se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Staremo a vedere.

Silvia Gullino

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