Attualità - 02 febbraio 2023, 13:40

Ex cave Ghigliazza di Finale, i Verdi: "Una centrale solare per riqualificare l'area"

Castellazzi: "Si avrebbero due risultati: risanare l'area degradata e si otterrebbe una grande quantità di energia elettrica"

Ex cave Ghigliazza di Finale, i Verdi: "Una centrale solare per riqualificare l'area"

Nelle settimane scorse l'assessore regionale per l'Energia e l'Innovazione Tecnologica Andrea Benveduti ha espresso la necessità di attrarre "investimenti verdi" per la nostra Regione che in Italia, con un misero 9% rispetto al fabbisogno energetico, è fanalino di coda per gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili quali fotovoltaico, eolico e idroelettrico.

Dato risultante dal “GSE” (Rapporto Statistico per l'Energia), il quale indica come l'insieme delle Regioni del Nord Italia raggiungano complessivamente il 45% di potenza installata.

L'assessore Benveduti aveva precisato come in Liguria sia "difficile trovare un ettaro libero in cui piazzare un parco solare" e sia quindi necessario "puntare su piccoli impianti mettendo in campo una collaborazione tra pubblico e privato, spingendo al massimo sul risparmio energetico", aggiungendo che, a differenza di altre Regioni, si debba "seguire una strada differente, puntare non su grandi parchi eolici e fotovoltaici".

A ricordarlo sono i Verdi finalesi, che sfruttano l'occasione per rilanciare una propria proposta in tema di sostenibilità: "Mentre risulta assolutamente necessario non deturpare il paesaggio ligure con la costruzione di 'parchi eolici invasivi' non si comprende come, dopo tanti anni, si continui a ignorare la possibilità di realizzare una 'centrale solare' a Finale Ligure, nelle ex cave Arene Candide".

Un'opera che, spiega il portavoce Gabriello Castellazzi, "conseguirebbe due importanti risultati: risanare un'area totalmente degradata nel paesaggio costiero e ottenere nello stesso tempo una grande quantità di energia elettrica. Il sito dell'ex cava, tra l'altro, è esposto a sud, verso il massimo dell'irraggiamento solare".

"Dal lontano 2005 il 'Solar Tecnology Group' di Savona insiste per la realizzazione del progetto dell'ingegner Gianpiero Suetta: una grande centrale solare di 11.250 mq (utilizzando i gradoni scavati nella parte alta della Caprazoppa). Un impianto con potenza di 1125 KW per una quantità annua di elettricità pari a 1.123.000 Kwh con risparmio di 670 tonn/anno di CO2" aggiunge Castellazzi.

Che poi si domanda: "Perché si continua ad ignorare questa proposta? Quale progetto alternativo può cacellare una ferita così profonda nel paesaggio costiero? La Liguria - prosegue - è in grave ritardo nel settore degli investimenti 'verdi' e le responsabilità sono molteplici, ma adesso bisogna guardare al futuro e recuperare il tempo perduto. Il riscaldamento globale in atto indica l'urgenza di attuare vere azioni di contrasto perché nuovi ritardi aggraveranno una crisi ormai evidente (in agricoltura, per le risorse idriche ,eccetera)".

Questa tecnologia indicata "rappresenta la risorsa primaria per potersi allontanare dalle fonti di combustibile fossile e oggi si afferma in tutti gli Stati europei una nuova strategia che consiste nella realizzazione di Comunità energetiche: una modalità di produzione e autoconsumo di energia elettrica, con recupero economico e vantaggi per l'ambiente - continua l'esponente di Europa Verde e Verdi finalesi - Inoltre attuano uno scambio comunitario di energie rinnovabili. Questo consente alle Amministrazioni comunali, alle imprese e ai cittadini di diventare protagonisti della rivoluzione energetica nel rispetto degli Accordi di Parigi".

"Questa forma associativa, istituita con la Legge 162/2019, rappresenta un vantaggio perché permette la produzione di elettricità nell'area dove viene poi utilizzata. Il coinvolgimento sociale fa considerare l'energia non come un bene elargito, ma qualcosa da gestire, risparmiare, usare con intelligenza - scrive ancora nella sua nota Castellazzi - Per questo il PNRR prevede finanziamenti destinati a ridurre i costi dell'energia. Significativo è l'impegno finanziario destinato ai Comuni sotto i 5mila abitanti (2,2 miliardi di euro quando si associano e collaborano tra loro)".

"In Liguria ci sono 185 piccoli Comuni in grado di utilizzare questi finanziamenti (è difficile sapere quante Amministrazioni abbiano già avviato l'iter burocratico associativo) - conclude Castellazzi - Legambiente è impegnata in attività di informazione per la realizzazione dei progetti e segnala alcuni Comuni piemontesi pronti ad avviare gli scambi comunitari avendo concluso le complesse pratiche che la burocrazia richiede: Pradleves con altri Comuni di Val Grana e Val Maira, hanno sottoscritto nello scorso dicembre uno Statuto che consentirà loro di effettuare il primo collegamento alla rete già dal prossimo 7 febbraio e riuniti nell'Associazione 'CER -Nuove energie alpine' sono disponibili ad aiutare, per quanto possibile, tutti coloro che si trovano in difficoltà operative in vista dell' annunciato decreto del Ministero per la Transizione ecologica; questo, con nuove regole, renderà facilmente disponibili gli incentivi, consentendo inoltre le installazioni che producono elettricità fino a 2 gigawatt di potenza".

Redazione

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