Attualità - 27 giugno 2023, 18:27

Rumori e movida, Fipe lancia l'allarme: "Il legislatore trovi le giuste correzioni per tutelare le imprese virtuose"

L'associazione di categoria interviene sulla sentenza della Cassazione contro le emissioni rumorose: "I pubblici esercizi sono presidi di legalità, regole troppo severe a discapito dell'offerta di qualità della nostra provincia"

Rumori e movida, Fipe lancia l'allarme: "Il legislatore trovi le giuste correzioni per tutelare le imprese virtuose"

E' stato Finale il primo Comune della nostra provincia ad agire dopo la trasmissione da parte della Prefettura della sentenza della Corte di Cassazione 14209/2023 della Corte di Cassazione contro i danni ritenuti causati da musica e vociare al di fuori dei locali.

Sebbene si tratti per ora di un caso unico in Riviera, a evidenziare il rischio che questa applicazione delle disposizioni della sentenza contro la mala movida porti a una regolamentazione "troppo restrittiva", come fatto a Finale dove la musica nei dehors si fermerà a mezzanotte, che andrebbe "a discapito dell’offerta di valore che offre la nostra provincia" è la Fipe Confcommercio savonese.

La decisione del più alto organo giudicante dello Stato riguardava un caso dove coinvolto era il rumore emesso dai clienti all'esterno di un locale. Da qui scelte come quella finalese con l'ordinanza di stoppare la musica amplificata nei dehors, ma anche di un Comune come Milano a interdire i dehors stessi nelle ore più tarde.

Su questa interpretazione che mette al centro uno spazio vitale per bar, pub e ristoranti (specialmente in estate) lancia l'allarme Fipe: "Le Amministrazioni Comunali, sono bene al corrente di quanto i pubblici esercizi siano a tutti gli effetti presidi di legalità, vale a dire luoghi ove il cliente/consumatore è sottoposto a supervisione del titolare e dei dipendenti - si legge nella nota del direttivo provinciale della categoria - Proprio per tale ragione non devono essere accomunati a quelle attività che non rispettano le regole e che non attuano con scrupolo le normative di legge rivolte all’inquinamento acustico". 

"L’offerta di qualità crea valore e non porta fenomeni di cattiva ed esasperata vivacità, controproducente per il territorio e per la città - spiegano - Laddove invece si vadano a creare episodi dequalificanti, è opportuno intervenire con rapidità e decisione con tutti gli strumenti a disposizione delle Autorità".

Il richiamo dell'associazione dei pubblici esercizi verso le Amministrazioni Comunali e gli Enti preposti a verifica e controlli è quello a un "profondo spirito di collaborazione" tra attori coinvolti, compresi i locali stessi, "al fine di poter trovare le sinergie e il confronto, necessari per poter valorizzare l’offerta turistica, senza intraprendere campagne prudenzialmente restrittive che farebbero tendenzialmente perdere l’identità della nostra proposta turistica".

"Allo stesso tempo - continuano da Fipe Savona - veicoliamo l’assoluta necessità di contrastare con vigore e perseguire in maniera severa tutti quei fenomeni di mala movida quali la diffusione di alcool a basso costo e in generale il consumo di bevande alcoliche in strada".

"Essendo la legge 447/1995 (Legge quadro sull’inquinamento acustico) a distribuire le competenze in materia alle Regioni (art. 4), alle Province (art. 5) e ai Comuni (art. 6), ci auguriamo che alla luce di questa sentenza, il legislatore possa attenzionare la norma, trovando le giuste correzioni al fine di tutelare le imprese virtuose e di non veder gravare sugli enti impegnative vertenza con rischi di risarcimenti economici" è quindi la chiosa di Fipe Confcommercio della provincia, che si unisce al messaggio lanciato dallo stesso sindaco Frascherelli.

Redazione

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