Al Direttore - 05 marzo 2024, 13:19

Scienza&Vita-Savona ricorda Cesare Donini: "Ha fatto tantissimo per la chiesa e per i poveri"

"Nella generale disattenzione della città e della diocesi, oggi si svolge il suo funerale. Noi vogliamo ricordarlo"

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera arrivata alla nostra redazione: 

"Oggi, nella generale disattenzione della città e della diocesi si svolge il funerale di Cesare Donini. Un uomo che pure ha fatto tantissimo per la chiesa e per i poveri (i poveri, oggi tanto presenti nel lessico ecclesiale)". 

"Noi vogliamo ricordarlo. Fu determinante nella nascita (2011) di Scienza&Vita a Savona: convocò alcune persone di rilievo e predispose affinché il nuovo organismo potesse decollare; colmando così il grande vuoto (locale) sui temi della vita e della famiglia. Scienza&Vita gliene è sommamente grata. E, per ragioni economiche, questo comunicato è tutto ciò essa che può realizzare". 

"In base al bene che Donini ha fatto ci si potevano aspettare manifesti e necrologi, di vescovi in persona e di Uffici pastorali, di diverse aggregazioni laicali e di confraternite, di associazioni del volontariato e di assistenza a marittimi e agli indigenti, di partiti e di movimenti e altro ancora. Perché a tutti Donini ha fatto del bene. Nell’umiltà, fino al nascondimento". 

"Non con oblazioni (anche con quelle, non poche e sempre di tasca propria!): ma col servizio delle sue alte, talvolta insostituibili, competenze tecniche; dedicandosi, lui uomo di spiritualità e di sterminate letture, all’ingrato lavoro economico e finanziario, fino alla più arida e minuta contabilità". 

"Che si trattasse di salvare una scuola paritaria o altre strutture in procinto di essere allontanate dalla destinazione voluta dai fondatori, lui sempre lo ha fatto fermandosi sulla soglia: quando era necessità di passare dalla silenziosa opera di riparazione e rimedio alla denuncia aperta e conflittuale, lui si fermava. L’imperativo dell’obbedienza: a costo di subire l’umiliazione e il dileggio (ricordiamo il suo nome e cognome gridato nelle omelie delle sante messe accompagnato da accuse, tanto infamanti quanto infondate, senza che nessuno, proprio nessuno intervenisse presso gli accusatori: il silenzio odierno, allora, è forse riconducibile a un certo imbarazzo)".

"Pur nella sofferenza aveva una serenità che solo la fede ti può dare. Pensava che è poca cosa il giudizio mondano perché ciò che più conta è presentarsi puliti e a schiena diritta di fronte all'incontro finale. Tutti noi, e non solo coloro che tante amarezze gli procurarono, possiamo oggi cogliere il momento per una riflessione interiore e un esame di coscienza". 

Scienza&Vita-Savona

Lettera al direttore