Attualità - 13 marzo 2024, 18:08

Occupazione, Maestripieri (Cisl Liguria): "Bene l'aumento, ma emergono precarietà e lavoro dipendente nascosto e illegale"

"Servono più ispezioni e controlli oltre a politiche che limitino il ricorso a questo tipo di impiego e favoriscano il ripristino di condizioni legali e rispettose dei contratti nazionali"

Nel 2023 gli occupati in Liguria sono saliti a 633.000, contro i 616.000 del 2022 (+2,76%). Lo certifica l’Istat. Il dato è in lieve crescita in tutte le province con l’eccezione di Savona (da 108.000 a 107.000 unità). I lavoratori dipendenti sono aumentati da 473.000 a 480.000: nel 2021 erano 445.000. In crescita anche gli autonomi, da 143.000 a 153.000. I contratti a tempo indeterminato sono saliti da 493.00 a 499.000 e quelli a tempo determinato da 123.000 a 134.000.

«La crescita del numero di liguri con un’occupazione lavorativa è un dato che, in senso assoluto, va valutato positivamente, sebbene sia in sostanziale linea con la tendenza nazionale - commenta Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria .- Esistono, tuttavia, problematiche che faticano a essere arginate. La crescita più marcata del lavoro indipendente rispetto a quello dipendente è un elemento che indica una consolidata difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro tradizionale a beneficio di forme spesso improvvisate e precarie di occupazione. Non solo: è un dato di fatto che in casi non isolati, dietro l’apparente situazione di lavoro autonomo, si nascondano forme ibride o addirittura illegali di rapporti di lavoro. Servono più ispezioni e controlli oltre a politiche che limitino il ricorso a questo tipo di impiego e favoriscano il ripristino di condizioni legali e rispettose dei contratti nazionali. Pessimo anche il segnale dell’aumento, in percentuale molto più marcato, del lavoro precario rispetto a quello indeterminato. Un fenomeno che incide sia sulla qualità del lavoro, e di conseguenza sulla sicurezza, sia sul benessere sociale degli occupati».

Comunicato Stampa