Albenganese - 17 maggio 2024, 17:32

Operazione "Affari tuoi", scattano gli interrogatori: in 3 fanno scena muta davanti al Gip

Uno degli arrestati, di Catania, ha risposto al giudice per le indagini preliminari. Le sedi operative delle società erano presenti a Villanova d'Albenga e San Giuliano Milanese

Operazione "Affari tuoi", scattano gli interrogatori: in 3 fanno scena muta davanti al Gip

Sono tutti italiani, tra i 34 e 73 anni, 4 della provincia di Milano e Monza Brianza, due della provincia di Lecce e tre di Catania, i nove arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Savona, indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurime truffe a danno di aziende, ricettazione e bancarotta fraudolenta.

L'Arma ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip Alessia Ceccardi del Tribunale di Savona, su richiesta del Pubblico Ministero Claudio Martini.

Proprio davanti al Giudice per le Indagini Preliminari sono stati interrogati i primi arrestati, tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e uno avrebbe risposto alle domande specificando che la sua presenza nelle aziende è motivata dal fatto che sarebbe stato spinto a causa di difficoltà personali. Gli interrogatori proseguiranno la prossima settimana.

L’operazione, che ha visto impegnati oltre 70 militari, sia del Comando savonese che dei comandi dei Carabinieri territorialmente competenti, giunge al termine di una complessa indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Savona e della Compagnia di Alassio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, partita nell’ottobre scorso dopo un blitz dei Carabinieri in un capannone di Villanova d’Albenga dove sono state trovate 55 tonnellate di merce provento di truffa del valore di oltre 230mila euro.

Nel corso delle indagini sono stati raccolti gravi indizi sull’esistenza di un’organizzazione criminale in grado di truffare, tra il mese di maggio 2023 e il mese di maggio 2024, centinaia di aziende, alcune delle quali blasonate, operanti sul territorio nazionale causando perdite per diversi milioni di euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini e riportato nell’ordinanza, gli indagati, dopo essere subentrati quali amministratori e soci in almeno 9 aziende non più operative e rilevate a prezzi modici, trasformavano l’oggetto societario includendo la rivendita di vari generi di prodotti (dall’edilizia, agli alimentari, all’hi-tech).

In seguito, venivano depositati bilanci falsi i cui ingenti utili, di fatto inesistenti, venivano destinati all’aumento di capitale sociale rendendo la società apparentemente solida. L’aumento di capitale sociale e l’assenza di segnalazioni/contestazioni, dovute unicamente all’inattività della società, consentiva di far lievitare l’indice di affidabilità aziendale rilevabile da società di rating, tanto da indurre in errore le aziende fornitrici che accordavano alle società degli indagati forniture, anche di ingente valore commerciale, accettando pagamenti a 30 o addirittura 60 giorni che poi non venivano onorati. Una volta segnalati gli insoluti, il giudizio di affidabilità delle società subiva un brusco crollo tanto da non consentire il prosieguo dell’attività criminosa.

Le società di volta in volta “bruciate”, le cui sedi operative erano ubicate a Villanova d’Albenga in via del Commercio e a San Giuliano Milanese, venivano sistematicamente abbandonate in stato di grave dissesto finanziario e i proventi dati dalla vendita della merce, destinata a una collaudata rete di ricettatori, venivano spartiti tra gli indagati sottraendoli ai creditori, causando insoluti per oltre 3 milioni di euro e maturando debiti tributari per oltre 2 milioni di euro.

Su richiesta ed iniziativa della Procura della Repubblica di Savona, che ha rilevato la palese situazione di insolvenza della società, il Tribunale fallimentare ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale a carico delle società, i cui gestori sono stati indagati anche per il reato di bancarotta fraudolenta.

Disperate per la grave perdita economica, numerose vittime si sono presentate presso le sedi delle società ma di loro non vi era ormai alcuna traccia; inutili gli appelli telefonici per vedersi corrisposto il dovuto. Le vittime, anzi, venivano derise dai truffatori come testimoniato da alcune conversazioni telefoniche intercettate.

Nel corso delle operazioni di perquisizione sono state deferite in stato di libertà per ricettazione altre persone e sono stati sottoposti a sequestro diversi quintali di merce per un rilevante valore complessivo, che verrà restituita ai malcapitati fornitori.

DC Forniture Srl, Ten e Co Srl, I&C Building Renovation Srl, Roma Alimentare Srl, S.G.R. Point Srl, Tivutech Srls (con base operativa e logistica nei locali del magazzino a Villanova) e C.P. Forniture Srl, Tremont Costruzioni Srl, B.I.L.L.Y. Company Srl (con base operativa e logistica nei locali del magazzino a San Giuliano Milanese) le società strumentalizzate.

Alcuni indagati avevano anche dei nomi fittizi, degli alias come "Carlo Mazza", "Fabio Fossati", "Francesco" o "Sig. Tommasi", "Sergio Marchese" o "Caponnetto"

 

Luciano Parodi

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