"'Non chiamatelo Santuario, perché non lo è' Se potessero parlare, questa sarebbe probabilmente la prima, amara denuncia dei ventimila cetacei che popolano quello che pomposamente viene definito Santuario Pelagos. Istituito con grande enfasi negli anni ’90 tra Italia e Francia, il Santuario avrebbe dovuto rappresentare un baluardo di protezione per balenottere, capodogli, tursiopi, globicefali e delfini. E invece, a distanza di decenni, non è stata introdotta una sola norma concreta a tutela effettiva di questi animali".
A denunciarlo con forza sono l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e il Partito Animalista Italiano (PAI), che pur accogliendo positivamente il convegno in programma domani a Savona – un’occasione preziosa per raccontare la straordinaria biodiversità del mar Ligure – ritengono che ciò non sia sufficiente.
PAI e OSA lo chiedono da tempo, inascoltati: è ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni urgenti e non più rimandabili: "Istituire nuove, vaste aree marine protette, dove ogni attività di pesca e fonte d’inquinamento sia totalmente vietata. Le attuali (Portofino, Bergeggi, Gallinara) sono poco più che francobolli nel mare; utilizzare i fondi europei per la pesca anche per finanziare la ricerca e la rimozione delle migliaia di chilometri di reti abbandonate sul fondale e per riconvertire quelle in plastica in materiali biodegradabili; proibire l’uso delle “ferrettare”, reti assassine lunghe fino a 2,5 km, e vietare la pesca sportiva con attrezzi professionali. Ridurre il limite di pescato giornaliero da 5 a 1 kg; sostenere economicamente le imprese che promuovono l’osservazione corretta dei cetacei, lo snorkeling, le immersioni e il turismo marino ecosostenibile; deviare, ove possibile, il traffico marittimo dalle rotte frequentate stabilmente dai cetacei, come dimostrato dalla ricerca scientifica; sostenere il completamento degli impianti di depurazione delle acque che finiscono in mare; incentivare la costruzione di imbarcazioni e motori a basso impatto sonoro e meno inquinanti".
"Solo con questi interventi – avvertono PAI e OSA – il Santuario potrà finalmente trasformarsi in ciò che promette di essere: un vero rifugio per il mare e i suoi abitanti".





