Nei giorni scorsi, nelle acque del Levante ligure, la Guardia Costiera ha condotto alcune verifiche relative a una normativa europea ancora in fase di definizione. Una regolamentazione che, secondo Coldiretti Pesca Liguria, lascia ampi margini di interpretazione e rischia di colpire ingiustamente chi opera per una pesca sostenibile, a vantaggio di importazioni meno controllate.
“In questo contesto, la normativa è poco chiara e il rischio è quello di demonizzare le imprese della pesca artigianale ligure, garanti di un prodotto locale di qualità e sostenibile”, osserva Daniela Borriello, responsabile di Coldiretti Pesca Liguria.
L’organizzazione ribadisce la fiducia e il rispetto per il ruolo della Guardia Costiera, fondamentale per garantire legalità e tutela dell’ambiente marino. Tuttavia, chiede che l’attività ispettiva sia accompagnata da un costante confronto tecnico, volto a evitare sanzioni dovute a interpretazioni normative ancora poco consolidate. “È indispensabile – affermano da Coldiretti – che le verifiche si fondino su criteri precisi, condivisi e coerenti con la realtà della pesca artigianale.”
A lanciare l’allarme sono anche Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale, che mettono in guardia da possibili effetti distorsivi: “Quello che rischiamo con controlli basati su interpretazioni parziali è un effetto contrario a quello auspicato: le nostre imprese garantiscono un pescato locale e sano, mentre, paradossalmente, l’ingresso di pesce proveniente da filiere poco trasparenti e con standard ambientali molto più bassi genera un danno economico, sociale e ambientale, oltre che un rischio sanitario.”
Coldiretti sottolinea come i pescatori artigianali della Liguria collaborino quotidianamente con enti scientifici, osservatori marini e autorità di settore per garantire una pesca selettiva, tracciabile e rispettosa dell’ambiente. Per questo, secondo l’associazione, “è fondamentale che ogni comunicazione legata a controlli o ispezioni tenga conto del contesto normativo e non alimenti una narrazione parziale”.
“Narrative sensazionaliste e parziali – conclude Borriello – rischiano di demonizzare l’intera categoria, ignorando il lavoro serio e rispettoso dell’ambiente che tanti piccoli pescatori portano avanti ogni giorno. Così facendo, non si difende il mare: lo si lascia senza i suoi custodi.”