Curiosità - 09 luglio 2025, 15:01

Un laboratorio galleggiante di ecosostenibilità nelle acque savonesi: il catamarano a idrogeno Energy Observer solca il nostro mare

Dal 2017 il progetto mira alla decarbonizzazione puntando sulla produzione e l’utilizzo di energia pulita. Ora il nuovo viaggio per i mari del mondo fino al 2033

Un laboratorio galleggiante di ecosostenibilità nelle acque savonesi: il catamarano a idrogeno Energy Observer solca il nostro mare

Una silhouette ben riconoscibile, dai lineamenti snelli e aerodinamici retaggio di un passato da “velista” ora votato a quello di potenza silenziosa dell’innovazione.

Sta facendo bella mostra di sé in queste ore davanti alle coste savonesi, ben visibile nella mattinata davanti alle coste del pietrese e del finalese, l’Energy Observer, il primo catamarano a zero emissioni completamente autosufficiente, vero e proprio laboratorio galleggiante delle energie rinnovabili applicate al mondo della navigazione.

Dopo aver fatto tappa lo scorso mese di giugno alla prestigiosa Monaco Energy Boat Challenge, vetrina internazionale dedicata alle soluzioni sostenibili per la nautica del futuro, l’imbarcazione sta ora proseguendo la sua rotta nel Mar Ligure, ulteriore passaggio nel suo peregrinare attraverso i mari del pianeta, portando con sé un messaggio chiaro e potente: la transizione energetica nel trasporto marittimo è non solo auspicabile, ma già tecnicamente possibile.

In un tempo segnato dalla necessità di incrementare il sostentamento energetico da fonti rinnovabili, questo catamarano è ora impegnato in una nuova fase del secondo lungo viaggio della sua giovane esistenza. O meglio, della sua “seconda vita”. Frutto della visione avanguardistica dell’ufficiale di marina e navigatore oceanico Victorien Erussard, il progetto Energy Observer ha infatti preso il largo nel 2017 per studiare la decarbonizzazione nel settore partendo da una storia affascinante anche dal punto di vista strutturale, non solo della mission. Lo scafo risale al 1983, quando fu costruito in Canada come Formule Tag, allora il più grande catamarano da regata al mondo. Oggi, quell’imbarcazione da record è stata riconvertita in un simbolo della transizione ecologica.

Da allora il catamarano ha percorso oltre 68.000 miglia nautiche e visitato più di cinquanta Paesi, testando in mare aperto le tecnologie più avanzate per la produzione e l’utilizzo di energia pulita. Uno svincolarsi dall'uso di combustibili fossili. L’imbarcazione è infatti alimentata da un sofisticato sistema integrato di energia solare, eolica, idroelettrica e idrogeno, quest’ultimo prodotto direttamente a bordo grazie all’elettrolisi dell’acqua di mare, in un ciclo virtuoso interamente alimentato da fonti rinnovabili. La tecnologia di punta che rende possibile questa impresa comprende 165 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, un sistema di idrogenerazione e una serie di serbatoi pressurizzati per l’idrogeno, capaci di immagazzinare energia e restituirla sotto forma di elettricità tramite una sofisticata cella a combustibile. Il tutto con un unico prodotto di scarto: acqua pura.

Tra le innovazioni vi è anche la Oceanwings, una vela rigida ispirata al profilo alare degli aerei, capace di ottimizzare la propulsione sfruttando al meglio la forza del vento. L’energia così ottenuta alimenta l’intero ecosistema di bordo: dalla strumentazione elettronica alla cucina, dal dissalatore all’illuminazione. Sono quindi semplicemente il mare e il cielo a fornire ciò di cui l’Energy Observer ha bisogno per alimentarsi.

Un ex gigante della vela diventato faro mobile dell’innovazione energetica, una piattaforma scientifica itinerante che è ora impegnato in una nuova missione, un lungo itinerario chiamato “Un viaggio verso la neutralità carbonica” (2025–2033), che la porterà a toccare nuovi continenti e a proseguire la sua ricerca. Fino al 2026, sarà ancora l’Europa il suo scenario operativo, teatro di nuove esplorazioni e dimostrazioni tecnologiche.

Mattia Pastorino

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