Anche la provincia di Savona è al centro di un vero e proprio assalto turistico, tanto da guadagnarsi il 12° posto nazionale per overtourism, secondo il nuovo Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST) elaborato da Demoskopika. Qualcosa che è ovvio e noto ai residenti, tanto da diventare materia tradizionale per i mugugni stagionali dei locali e spunto per i comici, ma che, in questo report, si rende misurabile e confrontabile rispetto ad altri sistemi provinciali italiani.
La pressione è ufficialmente “alta”, ma basta scavare nei dati per scoprire che, su residenti e ambiente, la situazione è addirittura “molto alta”, con il rischio di un equilibrio ormai fragile tra turismo e vivibilità. Il dato che fa riflettere? Un punteggio ICST di 108, che spinge Savona nella “fascia rossa”: le risorse locali sono sotto torchio e la gestione turistica mostra una turbolenza che, spesso, viene ignorata. E, nelle considerazioni del report, non viene sfiorata la tematica della viabilità e delle infrastrutture, nervo scoperto che complicherebbe il quadro in modo ancora più critico.
Gli indicatori principali messi sotto la lente da Demoskopika sono cinque, ma sono due – intensità turistica e rifiuti urbani per turista – a far suonare l’allarme.
Intensità turistica: livello “molto alto”. Il rapporto turisti/residenti vede Savona 13ª in Italia con 19,4 turisti per ogni abitante. Il dato normalizzato (110,5) supera la soglia critica: così tanti ospiti rischiano di stravolgere la qualità della vita per chi a Savona ci vive tutto l’anno, mettendo sotto stress la tenuta sociale e ambientale del territorio.
Rifiuti urbani: livello “molto alto”. Il turismo non porta solo ricchezza, ma anche… immondizia. Savona si piazza all’11° posto nazionale per rifiuti prodotti dai turisti: 29,4 kg pro capite (valore normalizzato 111,9). Un fardello pesante sulla raccolta e la gestione dei rifiuti urbani, con rischi per l’ambiente e la pulizia delle località più gettonate. La rumenta, dunque, viene ampiamente considerata tra gli indicatori del report.
Densità e utilizzo: pressione “alta”. Gli altri tre indicatori non sono da sottovalutare: densità turistica (3.356,7 presenze per km², 13° posto), densità ricettiva (36,8 posti letto/km², 14° posto) e utilizzo dei posti letto (25° posto, tasso del 25%) raccontano una provincia dove il rischio di congestione è dietro l’angolo, specie nei mesi clou.
A certificare il sentire comune, quindi, ci pensa l'indagine di Demoskopica: il sistema locale è sotto pressione e la sostenibilità vacilla, soprattutto per chi, sulla costa savonese più gettonata dai visitatori, ci abita tutto l’anno.
Nel quadro ligure, Savona e Imperia si ritrovano tra le province maggiormente sotto assedio dal turismo di massa: entrambe in “zona rossa”. Genova, invece, respira meglio con una pressione “moderata”, mentre La Spezia chiude la classifica regionale, restando per ora lontana dai giudizi stringenti.
A livello nazionale, però, la situazione si fa ancora più calda: sono dieci le province italiane che sfondano la barriera del sovraffollamento “molto alto”. In vetta, Rimini, Venezia e Bolzano, seguite da Livorno, Napoli, Trento, Verona e – novità di quest’anno – Milano, Roma e Trieste.
Al di là dei dati da classifica, però, è banale e ingeneroso non riconoscere quanto il turismo - anche nella sua versione estrema del cosiddetto iperturismo - rappresenti la linfa vitale dell’economia savonese, da decenni spolpata di altre opportunità economiche: alberghi pieni, locali che lavorano a pieno ritmo, piccoli commercianti e artigiani che beneficiano di una stagione lunga e vivace. Il tema è quindi quello di un overtourism che va governato, capace di generare ricchezza diffusa e nuove opportunità di sviluppo. La sfida vera è trovare un equilibrio intelligente: riuscire a far convivere accoglienza e tutela.





