In provincia di Savona, sono stati 1.710 i reati ‘spia’, ossia quei reati indicatori di possibili infiltrazioni mafiose nell'economia e nella società locale.
È il resoconto della tappa genovese di 'Navigare Libera', l’iniziativa promossa da Libera Liguria nell’ambito del percorso nazionale 'Fame di verità e giustizia', lanciato in occasione del trentennale della rete di associazioni impegnate contro le mafie e per la giustizia sociale.
Dal report fornito dall’associazione emerge che in tutta la Liguria sono stati 10.074 i reati spia. In particolare, sono state 324 le estorsioni denunciate, un solo reato di usura, 34 di riciclaggio e impiego di denaro.
I reati di criminalità economica, invece, hanno raggiunto un picco, con 8.981 reati di truffe e le frodi informatiche e 734 delitti informatici.
Il primato regionale tocca alla provincia di Genova, con 5.718 reati, pari al 57% del totale, segue la provincia di Savona con 1.710, Imperia con 1.398 e La Spezia con 1.242.
"Assistiamo a un tentativo di smantellare leggi preziose che permettono di individuare quei reati 'spia' della presenza mafiosa e, a fronte dell'aggravarsi della corruzione, assistiamo a un progressivo allentamento dei freni inibitori sul piano legislativo e dei controlli - denuncia la copresidente nazionale di Libera, Francesca Rispoli - Siamo davanti a una giustizia che da un lato mette in campo leggi rigorose nei confronti degli ultimi, dall'altro lato si presenta con le armi spuntate nei confronti della criminalità mafiosa e dei colletti bianchi”.
Il viaggio di ‘Navigare Libera’ ha fatto tappa ieri sera a Savona al NuovoFilmstudio, con al centro gli interessi criminali legati al sistema portuale.
L’incontro, intitolato “Savona, gli interessi criminali e i porti”, ha visto la partecipazione dei Sostituti Procuratori della Repubblica del Tribunale di Savona i Pubblici Ministeri Chiara Venturi e Luca Traversa, che hanno esposto un’analisi fondata sull’esperienza giudiziaria e investigativa del savonese.
Ha moderato l'incontro Marco Antonelli di Libera, con l’introduzione affidata ad Andrea Palermo di Libera Savona.
L’evento rientra nel calendario di “Navigare Libera”, un percorso di dieci giorni che ha visto coinvolti a bordo, su una barca a vela lunga 7 metri che ha solcato le acque della Liguria un equipaggio composto da attivisti, artisti, giornalisti e realtà sociali in otto tappe lungo la Liguria, nell’ambito della campagna nazionale “Fame di verità e giustizia”, lanciata da Libera in occasione del trentennale dell’associazione.
Si concluderà il viaggio a Diano Marina, domani, mercoledì 23 luglio, alle 19.
"In Liguria la 'ndrangheta esiste, è un dato storico incontrovertibile - ha detto il Pm Traversa che per 8 anni ha svolto un'attività di militanza attiva in Libera e ha seguito i processi di' ndrangheta in Liguria negli ultimi 10 anni dall'operazione" Maglio 3", "La Svolta" e i "Conti di Lavagna" - Savona non ha avuto un processo con la contestazione di associazione mafiosa, ma in Calabria sono stati processati per competenza alcuni savonesi e sono stati condannati in via definitiva (Processo Alchemia.ndr)".
Il Sostituto Procuratore ha ricordato la sentenza dello scorso 19 aprile 2023 nella quale erano stati condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi e due anni i fratelli Pietro e Francesco Fotia dooo un'imponente attività di indagine della squadra mobile coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Genova. L'accusa era di turbativa d'asta aggravata dal metodo mafioso, ma quest'ultima aggravante in Appello era stata esclusa.
"Esistono soggetti legati alla madre patria, alla mamma 'ndrangheta calabrese, che lavorano in Liguria e ci sono soggetti di origine calabrese che conducono il traffico di droga" ha proseguito il Sostituto Procuratore che ha ricordato un sequestro da parte della guardia di finanza di 116 kg di cocaina nell' interporto di Vado Ligure e un milione di euro di sostanza stupefacente sequestrata nell'operazione "Petfood" dei carabinieri.
Ha poi preso la parola la Sostituto Procuratore Chiara Venturi che da anni si occupa in prima linea delle attività di indagine sui sequestri di droga nei porti savonesi. Ricordando i maxi sequestri della fine del 2019/inizio del 2020 nello scalo vadese.
"Avevamo iniziato l'indagine che non partiva dai vertici, ma dal basso, dai 'manovali' del traffico di droga arrivando poi ai vertici" ha spiegato il Pubblico Ministero.
Con l'aumento del volume dei traffici dei container e la maggior parte dei carichi in arrivo dal Centro America ma anche da tutto il mondo, principalmente dai paesi produttori di cocaina, sono stati effettuati sequestri che vanno dai 50 ai 60 kg per arrivare ai 200-250 kg.
L'attività investigativa negli anni è stata particolarmente minuziosa e dettagliata con collegamenti tra i diversi arresti. Persino con la scoperta dei reati grazie all'acquisizione di cellulari criptati utilizzati (che viaggiano su reti non autorizzate e che si acquistano nel dark web, non intercettabili. Si appoggiano sui server di
tutto il mondo e garantiscono che tutte le conversazioni che passano sul cellulare siano temporizzate.ndr).
"Il porto di Vado, mentre il porto di Gioia Tauro è in mano alla 'ndrangheta, è una sorta di supermarket dove arrivano i pacchi e le organizzazioni non hanno potere sul porto, ma decidono di smistare la droga ai diversi acquirenti" ha continuato la Pm Venturi.









