state… tempo di sole, mare o montagna, ma soprattutto libri. “L’estate che ho ucciso mio nonno” di Giulia Lombezzi (Bollati Boringhieri) esplora il delicato equilibrio tra il desiderio di libertà e il peso delle responsabilità, portandoci all’interno di un’estate che cambierà per sempre la vita della giovane Alice.
«Bisogna amare i propri nonni». Questo si è sentita ripetere Alice fin da piccola. Ma quando suo nonno, da poco vedovo, viene a vivere con lei e la madre, la ragazza si rende conto che tale comandamento è inattuabile. Seppur debole e depresso, Andrea esercita su tutta la casa il proprio carattere brutale, portando Marta, la mamma di Alice, a uno stato di totale asservimento. È come se un’intera generazione, con tutti i suoi dettami assurdi e violenti, si fosse insinuata nella vita delle due donne, impestandola di sigarette, imperativi e ricatti.
La rabbia di Alice cresce, alimentata dalla brace dei sedici anni. La mamma che conosceva sta scomparendo, e lei si sente impotente: come si fa a liberare qualcuno che non vuole essere libero? Che cos’è veramente l’emancipazione?
In un susseguirsi di badanti che vanno e vengono, sbronze liberatorie con gli amici del cuore, litigi con famigliari ciechi e sordi e una fame che non passa mai, Alice comincia a covare desideri bui, a pensare cose che non andrebbero pensate.
Il viaggio nel passato della madre, nel paese in cui è cresciuta, e lo svelamento di ciò che ad Alice è sempre stato nascosto risulta un punto di non ritorno: Andrea deve sparire. L’unico modo per affrontare un mostro è diventare un mostro?
Giulia Lombezzi ci consegna una storia intensa che lascia il segno per il suo stile ironico, tagliente e incredibilmente vicino alla sensibilità dei giovani di oggi. Lo fa senza sconti, attraverso la voce della protagonista, Alice, sedicenne disorientata e ribelle, tratteggiando un racconto che si muove sul filo sottile tra il dramma famigliare e la commedia nera.
“L’estate che ho ucciso mio nonno” è un libro che, dietro la sua apparente leggerezza, cela riflessioni profonde sulla famiglia, sull’identità e sulla libertà di scegliere chi vogliamo diventare.
Un romanzo di formazione moderno e vibrante, che non si dimentica facilmente.





