Grande partecipazione ieri sera in piazza Sisto IV per l’appuntamento con Pier Luigi Bersani nell’ambito della rassegna Parole ubikate in mare. Oltre 1.400 persone hanno assistito alla presentazione del suo libro d’esordio, Chiedimi chi erano i Beatles. I giovani, la politica, la storia (Rizzoli), in un dialogo aperto e appassionato con il giornalista Matteo Macor e lo scrittore Giorgio Scaramuzzino.
Un volume nato quasi per caso, come ha raccontato lo stesso Bersani in un post pubblicato sui social: “Non avevo mai scritto un libro. Inopinatamente mi sono ritrovato in università, scuole, seminari, perfino davanti a una birra… ascoltando le domande dei giovani. E ho pensato che forse c’era un modo per parlare di politica dentro la storia, mettendoci anche un po’ della mia esperienza, per chi vuole impegnarsi. E per mandare un messaggio alla mia generazione: oggi è tempo di seminare, non di raccogliere”.
Dal palco, l’ex ministro ha parlato di impegno civile, di dialogo intergenerazionale, di memoria storica e futuro. Con uno stile diretto, sincero, e spesso ironico, ha lanciato una riflessione profonda: “A chi lo passiamo il testimone di tutte le conquiste sociali e civili? Questa generazione è parte di un cammino che viene da lontano e deve andare lontano. Non serve un approccio pedagogico: bisogna partire da loro. Dimmi tu cosa pensi, e poi, se posso, te la complico. Ti lascio un dubbio, una curiosità”.
E infine, un messaggio potente, rivolto proprio ai più giovani: “Non aspettatevi che vi dica cosa dovete fare. Ma se qualcosa non vi va giù, ricordatevi che – al netto della violenza, che cancella ogni buona ragione – ribellarsi è giusto. E noi dobbiamo darvi una mano”.













