Non solo bandiere, un grande striscione con su scritto "benvenuti". Ad accogliere ieri sulle banchine del porto di Savona i 146 migranti giunti nella Città della Torretta con la Life Support, nave di ricerca e soccorso di Emergency, c'era un comitato fatto di volti, mani e tempo dedicato.
Cittadini che, lontano dai riflettori, si impegnano ogni giorno nell’accoglienza. Alcuni organizzano corsi di italiano, altri lavorano a progetti di inclusione e multiculturalità, altri ancora seguono percorsi di inserimento e sostegno concreto. Un modo per ricordare che, come dice chi era presente, «restare umani» significa anche tirarsi su le maniche e dedicare tempo a chi arriva in difficoltà.
A bordo della nave migranti soccorsi in tre diverse operazioni, recuperati da imbarcazioni precarie e prive di giubbotti salvagente. Tra loro anche donne – di cui una in dolce attesa – e una ventina di minori non accompagnati. Una decina di loro resterà nel Savonese, per la precisione a Finale Ligure; altri saranno smistati tra Imperia e Genova.
Dopo i controlli sanitari, che hanno rilevato in alcuni dei passeggeri la scabbia, dando immediatamente e a bordo il via alle cure, questa mattina i passeggeri sono stati trasferiti nei centri di accoglienza e smistamento.
Quello della Life Support è il secondo sbarco umanitario nel porto savonese dopo quello della Ocean Viking a fine giugno. Anche in questa occasione, accanto alle procedure ufficiali, c’è stata una comunità pronta a dare il benvenuto e a garantire che l’accoglienza non finisca al momento dello sbarco.






