“Il divieto di accesso ai cani nel parco dei Conradi ad Albisola Superiore, deciso dal Comune, continua a sollevare indignazione tra i cittadini e i cinofili. Un provvedimento punitivo e discriminatorio, che invece di colpire i pochi incivili, penalizza una maggioranza di persone corrette e rispettose delle regole. Nonostante le richieste di confronto, i cittadini hanno dovuto perfino presentare un sollecito scritto al protocollo municipale, ottenendo soltanto la vaga promessa di un incontro futuro”.
Lo scrivono in una nota dall’Osservatorio Savonese Animalista (Osa).
“È bene ricordare – continuano -che lo stesso parco è frequentato ogni sera da gruppi di ragazzi che devastano i giardini, schiamazzano, deturpano gli arredi pubblici e abbandonano rifiuti di ogni genere. Eppure, a differenza delle deiezioni canine, questi comportamenti non sembrano oggetto di alcun intervento. Due pesi e due misure che gridano all’ingiustizia”.
I cinofili, sostenuti dall’Osservatorio Savonese Animalista e dal Partito Animalista Italiano (Pai), denunciano inoltre “lo stato vergognoso dell’area di sgambamento riservata ai cani: priva di ripari, rovente sotto il sole estivo, ricoperta di pietruzze ustionanti e inadatte soprattutto agli animali anziani. Inaccettabile anche l’orario di apertura dalle ore 8, che di fatto impedisce a chi lavora di portare il cane a passeggio prima di recarsi in ufficio”.
“La proposta di Pai, Osa e dei cinofili albisolesi è semplice e di buon senso – spiegano -: le aree verdi devono essere spazi condivisi, aperti a tutti — famiglie, bambini, anziani e proprietari di animali — con le dovute suddivisioni degli spazi, il rispetto delle regole da parte di ciascuno e multe severe per chi trasgredisce. Nessuna esclusione, nessuna discriminazione”.
“Il Comune dovrebbe ricordare che governare non significa colpire i più deboli o scegliere la via più facile, ma applicare la legge con equità. Punire i cittadini responsabili e lasciare impuniti i veri autori del degrado è una scelta miope e ingiusta. La convivenza civile – concludono - si costruisce sull’inclusione e sul rispetto reciproco, non sull’arbitrio e sulla discriminazione”.








