Doveva essere una stagione con un cartellone ricco di proposte, invece, l’estate cerialese si sta rivelando un’altalena di entusiasmi e delusioni. Domani, 21 agosto, il pubblico avrebbe dovuto applaudire il professor Vincenzo Schettini, il divulgatore de La fisica che ci piace, preceduto dal duo comico Nico e Franz. Un appuntamento previsto a pagamento, che però non si terrà. Ufficialmente, Schettini ha dovuto rinunciare per impegni inderogabili legati alla televisione.
Non si tratta di un episodio isolato. Il calendario degli eventi, messo a punto dal Comune in collaborazione con Hpi Event di Giampiero Baldini, che ha gestito anche tutta la comunicazione, ha subito numerose variazioni. Se alcuni spettacoli hanno centrato il bersaglio, registrando un ottimo riscontro, altri sono stati annullati o trasformati in gratuiti per incentivare la partecipazione. Dal programma originario sono usciti Francesco Paolantoni, Elio (delle Storie Tese), lo stesso Schettini con Nico e Franz. In più occasioni, a pesare sarebbero stati i pochi biglietti venduti.
È il caso, ad esempio, di Andrea Mingardi, Gianmarco Bagutti e dello Zoo di 105: serate inizialmente a pagamento, poi rese accessibili gratuitamente. E forse non sono le uniche. Una scelta che ha attirato pubblico, ma che ha anche sollevato polemiche per la mancanza di chiarezza e per le comunicazioni arrivate in ritardo. "Quando si fanno gli eventi – ha scritto su Facebook una commerciante cerialese – si informa se vengono annullati o sostituiti, se passano da pagamento a gratuiti, e si spiega la motivazione. Non si può dire solo che sono annullati e basta. La gente ti chiede il perché o se ci sarà un altro artista, e tu non sai cosa rispondere. Non si fa così: si chiama rispetto".
Il dibattito si è acceso proprio sui social, dove l’assessore alle Manifestazioni Gianbenedetto Calcagno ha sottolineato che le difficoltà non riguardano solo Ceriale, ma anche altre località rivierasche. La scarsità di pubblico in alcuni eventi, però. sarebbe legata non solo a un generale calo di presenze turistiche, ma – come qualcuno insinua – anche alle scelte artistiche di un cartellone che non sempre ha convinto.





