Attualità - 20 agosto 2025, 16:59

"Mia moglie", il gruppo su Facebook con foto hot senza consenso delle partner viene chiuso. Ma ci sono voluti 6 anni

Segnalazioni e denunce portano alla rimozione di un gruppo social attivo dal 2019. Possibili reati di revenge porn e violazione della privacy. L'intervento di Meta solo dopo un'ondata di indignazione popolare

"Mia moglie", il gruppo su Facebook con foto hot senza consenso delle partner viene chiuso. Ma ci sono voluti 6 anni

Il gruppo Facebook “Mia moglie”, che ha raggiunto oltre 32 mila iscritti, è stato rimosso dalla piattaforma dopo un’ondata di segnalazioni per la diffusione non consensuale di immagini intime di donne. Le fotografie, spesso scattate all’insaputa delle protagoniste, venivano condivise all’interno del gruppo e commentate da una platea prevalentemente maschile, generando una reazione pubblica di indignazione e la denuncia alle autorità competenti, tra cui la Polizia Postale. Tra gli iscritti del gruppo, anche un certo numero di utenti savonesi.

A sollevare il caso in modo eclatante sono stati alcuni profili attivi nella lotta contro la violenza di genere, come “No Justice No Peace” e “L’ha scritto una femmina”, curato da Carolina Capria. In meno di due giorni, la questione è diventata virale, spingendo molti utenti a denunciare pubblicamente il gruppo e ad avvisare i familiari o le compagne degli iscritti. Ma è da molto tempo che alcuni utenti segnalano a Meta questo gruppo, senza vedere alcun provvedimento da parte del colosso di Menlo Park.

Il gruppo Facebook "Mia moglie" era attivo dal 2019. Dunque, è rimasto online per circa sei anni, fino alla sua chiusura avvenuta il oggi, 20 agosto 2025. Durante tutto questo periodo è stato pubblico, il che ha permesso a chiunque di visualizzare i contenuti e l’identità degli iscritti. Senza alcuna azione, in tutto questo lasso di tempo, da parte di Meta. Ora però, un portavoce dell'azienda di Zuckerberg, ha dichiarato che la rimozione del gruppo è avvenuta per violazione delle politiche contro lo sfruttamento sessuale degli adulti: "Non tolleriamo contenuti che promuovano o normalizzino abusi o violenze sessuali. In questi casi, possiamo disabilitare i gruppi e segnalare gli account alle forze dell’ordine", ha affermato. Dopo anni di report inoltrati all'azienda e denunce degli utenti.

Tra i contenuti pubblicati vi erano immagini che ritraevano donne in costume da bagno, in contesti domestici o in situazioni di apparente quotidianità, fino a fotografie in biancheria intima o in auto. Alcuni utenti cercavano di oscurarne i volti o i tatuaggi, ma nella maggior parte dei casi i soggetti erano facilmente riconoscibili. In rari casi, si trattava di scatti consensuali condivisi da coppie consapevoli.

Le reazioni all’interno del gruppo, anche a seguito delle segnalazioni, sono state contrastanti. Alcuni utenti hanno risposto con insulti e ostilità a chi faceva notare la possibile illegalità della pratica, minimizzando la portata delle accuse. Tuttavia, dal punto di vista legale, la diffusione non autorizzata di immagini a contenuto sessualmente esplicito è configurata come reato secondo l’articolo 612 ter del codice penale, introdotto nel 2019. Una norma che punisce quella che viene definita come revenge porn, ovvero la condivisione illecita di immagini intime senza il consenso della persona ritratta.

Nonostante fosse attivo dal 2019 e accessibile pubblicamente, con nomi e contenuti visibili a chiunque, il gruppo “Mia moglie” rappresenta solo una manifestazione di un fenomeno più ampio. La sua chiusura non ferma la proliferazione di comunità simili. In molti, infatti, stanno già migrando verso canali privati, piattaforme più chiuse come Telegram, o gruppi con accesso ristretto e sistemi di selezione più rigidi.

Non è un caso isolato. Già in passato sono stati denunciati spazi online in cui la privacy e l'intimità di donne viene violata sistematicamente. Esistono inoltre forum ancora attivi, nonostante segnalazioni pregresse, dove si discute apertamente di come e dove pubblicare materiale sensibile senza autorizzazione.

Redazione

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