Riceviamo e pubblichiamo:
"Gentile direttore, so di non dire niente di nuovo, ma, visto che lei gentilmente mi concede spazio, ne approfitto. Savona è molto più sporca ora di quanto non lo fosse prima dell’avvio del porta a porta".
"La gente che già divideva correttamente i rifiuti continua a farlo, e io sono tra questi. I maleducati che depositavano qualunque cosa ovunque continuano a farlo, ma con qualche pretesto in più: i bidoni condominiali sono troppo piccoli, la chiave per aprirli è rimasta in casa e chi ha voglia di andarla a prendere… c’è già pieno di sacchi gialli accatastati fuori; un sacchetto in più, che differenza vuoi che faccia?".
"Il risultato è una città, soprattutto nei quartieri meno centrali (ho esperienza di Villapiana e Lavagnola in particolare), invasa da immondizia! Sotto casa mia, gli incaricati del prelievo della spazzatura prelevano solo i conferimenti canonici e lasciano per terra i sacchetti non regolamentari, nonché le cose fuori sacchetto. Nessun netturbino pulisce lo scempio intorno ai nuovi bidoni".
"Pensano forse i signori della giunta e di SEA-S che, così, i maleducati si ravvederanno vedendo la rumenta sparsa per strada? Ma per favore…".
"Il problema è grave, perché sporcizia chiama sporcizia (oltre che ratti e malattie), incuria chiama incuria, mentre un luogo ben tenuto è meno probabile che venga lordato. Questa è anche la grande ingiustizia: cassonetti grandi e intelligenti per i privilegiati del centro e la proliferazione di bidoni, bidoncini e sacchi gialli che i savonesi di serie B devono scansare su strade e marciapiedi".
"Se non si fa qualcosa di serio e diverso subito, la situazione non potrà che peggiorare. E il mio quartiere diventerà un posto da cui scappare".
Claudia Desalvo





