Viene realizzata, senza permesso, una scalinata con i colori della Palestina e il giorno successivo viene cancellata dagli operai del Comune su richiesta dell'amministrazione comunale.
La scritta ideata e messa in atto da Alex Raso e Luca Saggin nelle scale alla fine della passeggiata in Piazza San Sebastiano e poi rimossa, sta facendo discutere a Celle Ligure.
Da una parte la vicinanza al popolo palestinese e ai 62mila uccisi nella striscia di Gaza (di cui 18.400 bambini), dall'altra comunque il rispetto delle regole. Che anche se più che condivisibile come iniziativa, non sono state rispettate.
"Dove è finita la bandiera della Palestina? Sono usciti alcuni post sulla bandiera della Palestina dipinta a Celle Ligure giovedì pomeriggio, 11 settembre, e velocemente cancellata. In tanti mi fate domandate sul perché sia stata cancellata, mi sento quindi in dovere di scrivere due righe di spiegazioni a nome mio e di Luca Saggin che a sua volta ha ricevuto domande ed è stato contattato da alcuni giornalisti - puntualizza Alex Raso - Una premessa: in questi due anni di genocidio sono stati uccisi almeno 62000 anime a Gaza di cui 18500 bambini. Diciottomilacinquecento bambini morti. Insieme a Luca Saggin, che come me affianca l’attività artistica a quella sociale del volontariato, dopo un sopralluogo abbiamo scelto una scala nel Comune di Celle Ligure, per dipingervi una bandiera palestinese. La nostra scelta è ricaduta su una scala di cemento al termine della passeggiata in modo tale da non recare danni materiali. Dopo averla pulita accuratamente il giorno prima, l’abbiamo dipinta. Non abbiamo chiesto il permesso all’Amministrazione, ma il lavoro è stato fatto, per nostra scelta, tutto alla luce del sole, nel pomeriggio, sotto lo sguardo dei passanti, senza arrecare disturbo o impedire l'accesso alla scalinata".
"La mattina seguente gli operai del comune erano già all’opera per cancellarla sotto richiesta urgente dell’amministrazione - continua l'autore - Il lavoro, anche a detta degli operai era fatto molto bene, non abbiamo sporcato e abbiamo ripulito tutto. Con Luca abbiamo messo in conto un’eventuale multa ma eravamo convinti che la bandiera sarebbe rimasta a lungo. Invece no. Non è durata neanche 24 ore. Siamo ovviamente rammaricati, dispiaciuti per questa tempestività nell’averla voluta cancellare. Perché tanta solerzia? È questa la domanda che ci poniamo. Termino con una frase di Arrigoni (Vittorio, giornalista, attivista e scrittore ucciso il 14 aprile 2011 a Gaza da un gruppo terrorista. ndr), senza paragonarmi minimamente all’immensa persona che era: 'restiamo umani'".
A rispondere il Sindaco Marco Beltrame.
" Stiamo vivendo un periodo storico particolarmente complesso. L'amministrazione è sensibile a tutte le istanze, in particolare a quella del popolo palestinese e lo ha dimostrato concedendo il patrocinio a diverse iniziative pacifiche pro Palestina nel pieno rispetto della legalità. Tuttavia, abbiamo rimosso le scritte non autorizzate, frutto dell'iniziativa di anonimi che hanno utilizzato uno spazio pubblico, senza autorizzazione. È importante sottolineare che la legge vieta la deturpazione dei beni pubblici" spiega il primo cittadino cellese.
"Io personalmente e tutta l’amministrazione siamo assolutamente e senza remore a favore del popolo palestinese, e contro questa assurda guerra, ma non posso non ragionare anche da istituzione e non posso avallare il mancato rispetto delle regole, altrimenti chiunque potrebbe sentirsi legittimato a deturpare il patrimonio pubblico" conclude Beltrame.
"No non si può fare. È ovvio che non si può decidere di andare a dipingere un bene pubblico, un muro, una scala, per quanto brutta. Perché c'è la paesaggistica, le leggi, i regolamenti, il decoro urbano. Ma questo non è vandalismo, è un atto politico, che squarcia il silenzio di chi non si espone. La solerzia con cui è stato fatto il lavoro di ripristino di quella scala, a cancellare lo scandalo della bandiera palestinese, è la dimostrazione di una scelta politica fatta dall'amministrazione comunale. Perché con altrettanta solerzia non si va a coprire scritte oscene e muri imbrattati in altri luoghi, perché non si riparano le cose rotte? - il commento della consigliere comunale di opposizione di "Idea Comune per Celle" Irene Patrone - No non si possono dipingere i muri con i colori della bandiera palestinese, ma si potrebbe esporre quella bandiera sulla casa comunale, si potrebbe trovare un luogo in cui dipingere quei colori e farlo fare ai bimbi cellesi insieme ad Alex Raso (tanto lo sappiamo che è stato lui) e a chi nella comunità e nelle associazioni è vicino a questa causa. Perché, forse, contandoci non saremo nemmeno così pochi. Perché forse qualche insegnamento ai nostri figli potremmo darlo, restare umani? Perché i colori di quella bandiera sono quelli degli oppressi, degli ultimi, dei dimenticati, dei mutilati, degli uccisi, dei resistenti, sono i colori della vergogna che non dovremmo smettere di provare per il nostro silenzio e la nostra complicità. Sono colori che in qualche modo dimostrano da che parte stiamo nel mondo".







