Politica - 17 settembre 2025, 13:47

Scontro in Consiglio comunale a Genova su Charlie Kirk, bagarre in aula dopo le parole di Chiarotti (Pd): "Vi abbiamo già appesi una volta". Salis chiede le scuse

Dopo una breve sospensione, la sindaca ha preso le distanze: “Ci siamo chiariti e ha sbagliato, mi dissocio”. Piciocchi chiede le dimissioni

Scontro in Consiglio comunale a Genova su Charlie Kirk, bagarre in aula dopo le parole di Chiarotti (Pd): "Vi abbiamo già appesi una volta". Salis chiede le scuse

La richiesta (negata) di un minuto di silenzio per Charlie Kirk, la tensione che cresce, lo scontro verbale a microfoni spenti, poi la frase che fa saltare il banco: “Non dire ca…te, vi abbiamo già appesi per i piedi una volta”. A pronunciarla è stato il consigliere Pd, Claudio Chiarotti, al culmine dello scontro dialettico con la capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Bianchi.

Che l’aria in Sala Rossa fosse pesante si era capito sin dai primi minuti della seduta, quando la minoranza non ha perso occasione per fare riferimenti più o meno velati alla festa di compleanno della sindaca Silvia Salis, per poi chiedere di osservare un minuto di silenzio in memoria dell’attivista conservatore statunitense Charlie Kirk, ucciso lo scorso 10 settembre alla Utah Valley University di Orem. Di fronte al “no” della presidente Francesca Ghio, in Sala Rossa la tensione è arrivata alle stelle e, quando Bianchi ha apostrofato i consiglieri di maggioranza ricordando le frasi scritte sui proiettili che hanno ucciso Kirk, in risposta Chiarotti ha pronunciato la frase incriminata.

Dopo la sospensione della seduta, anticipata dalla richiesta delle dimissioni di Chiarotti per voce di Pietro Piciocchi, la sindaca Silvia Salis ha chiesto pubblicamente le scuse.

Ci siamo chiariti e ha sbagliato - ha detto Salis in aula - mi dissocio, ha detto una cosa grave, non adeguata”. “Sono andato sopra le righe, chiedo scusa - così Chiarotti si è rivolto ai colleghi dopo le parole della prima cittadina - non ho avuto il filtro di fermarmi a dire quelle parole. La mia affermazione non era riferita ad alcuno in quest’aula. Sono fieramente antifascista e non ritengo che qui dentro ci siano dei fascisti".

Sull'episodio è giunta anche la presa di posizione del viceministro Edoardo Rixi che, in un post sui suoi canali social, ha definito la Resistenza quale “bene comune di tutti, la pietra miliare su cui si fonda la democrazia italiana”, accusando non solo il consigliere dem di averla usata “come arma di parte scegliendo di colpire l’intera comunità” attraverso “parole che sono un oltraggio alle istituzioni e a tutti i cittadini. Un richiamo a fatti che rievocano violenza, intimidazione, odio”.

“Chi oggi fa il moralizzatore esausto, pontificando sui 'valori democratici', ma poi usa un linguaggio che richiama minacce, violenza e squadrismo verbale, non è diverso dai ‘cattivi maestri’ di triste memoria. Chiediamo che tutte le forze politiche, qualunque sia il loro colore, condannino con chiarezza questo tipo di linguaggio: la democrazia non si difende con le minacce, ma con gesti concreti!” ha concluso Rixi.

Pietro Zampedroni

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU