L'impronta della presidenza di Caterina Sambin, prima donna a guidare l'Unione Industriali, si vede nella scelta della location per l'assemblea degli 80 anni dell'associazione datoriale. L'Unione è uscita dalle sedi istituzionali e per celebrare il suo anniversario all’interno delle industrie che rappresenta, e dove il messaggio diventa ancora più credibile: “noi ci siamo e siamo vicini alle imprese”.
Ma c'è anche un altro messaggio nella scelta dell'impianto produttivo di Alstom come sede dell'assemblea riassunti nelle parole di Sambin "perchè qui si respira attività di industria": quello che era un sito industriale in crisi, con Alstom ha conosciuto un importante rilancio, segno che quelle “potenzialità” del savonese di cui parla Sambin ci sono e vanno solo colte e sfruttate.
L'assemblea, che si è tenuta il 22 settembre con tanto di annullo filatelico, ha presentato un nuovo logo e un nuovo sito, scegliendo come titolo “Progettiamo il futuro”. In sala erano presenti le seconde e terze generazioni di imprese che con l'Unione Industriali sono state protagoniste della storia economica del territorio. Ad oggi l'associazione riunisce oltre 270 imprese per più di 13.300 addetti diretti, altrettanti indiretti, e ha avuto finora 17 presidenti e 4 direttori. In occasione degli 80 anni ha insignito con una targa le 46 imprese “over 80”.
Nel suo intervento, Caterina Sambin ha aperto con un pensiero alle realtà produttive della Val Bormida colpite dall'ondata di maltempo della notte tra il 21 e il 22 settembre. “Abbiamo riflettuto a lungo prima di decidere se portare avanti l'evento – ha detto Sambin – e abbiamo scelto di farlo per dimostrare che noi imprese ci rimbocchiamo sempre le maniche, e anche per dare un segnale alla politica. Abbiamo necessità che la Regione affianchi i Comuni per contrastare il rischio idrogeologico: il rischio per le multinazionali presenti in queste zone è che la casa madre tagli i fondi perché c'è troppo rischio, e per le piccole imprese il pericolo è che chiudano”.
Il mondo imprenditoriale savonese è passato dai momenti difficili degli ultimi anni, dalle crisi del 2013-14 in cui si persero 3.000 addetti – e che portarono, nel 2015, al riconoscimento dell’Area di crisi complessa – ad oggi, con un numero di addetti simile a quello del 2000, anche se la popolazione si è ridotta di circa 20mila unità.
“Devono esserci delle precondizioni che chiediamo da anni – ha spiegato Sambin – e ogni anno facciamo piccoli passi. Un tema è quello della rappresentanza politica della nostra provincia, sia a livello regionale, dove solo con il presidente Bucci abbiamo in giunta un rappresentante del territorio, sia a livello parlamentare, dove è difficile esprimere un nostro rappresentante. Poi c'è il tema delle infrastrutture materiali e della mitigazione del rischio idrogeologico, quello delle tecnologie digitali, delle reti di trasporto dell'energia, delle politiche abitative e delle infrastrutture immateriali, cioè le competenze e il capitale umano”. Un tema, quest’ultimo, che rende difficile trovare personale specializzato, con circa il 50% delle figure considerate di difficile reperibilità.
Sambin lancia infine l'idea di un “Patto per l'Industria”: “Un patto che veda collaborare industria, istituzioni – ha spiegato la presidente di Unione Industriali – e partecipazione dei lavoratori, con spirito costruttivo. Abbiamo già lavorato a contatto con la politica sullo sviluppo della provincia. Siamo ben consapevoli delle difficoltà strutturali del nostro territorio, ma non possiamo pensare di attirare giovani e talenti se non si supportano la competitività delle imprese, il turismo e la logistica”.





