Riceviamo e pubblichiamo:
"Con riferimento all'articolo: Savona, Sea-S diffida chi filma o fotografa i dipendenti durante il lavoro: “Pronti a denunciare”, condivido la necessità di tutelare i lavoratori del servizio rifiuti, che devono poter operare senza disturbi. Tuttavia, il tono minaccioso usato da Sea-S verso i cittadini è del tutto fuori luogo".
"In luoghi pubblici fotografare o filmare è generalmente lecito: lo ha chiarito più volte la Cassazione, precisando che il reato di interferenze nella vita privata si applica solo a spazi privati. Ad esempio, la sentenza Cass. pen., sez. VI, n. 40577/2008, ha sancito proprio la liceità di tali riprese, ammettendo che chi si espone in pubblico accetta implicitamente il rischio di essere immortalato. Similmente, la Cass. pen., n. 20527/2019, ha legittimato riprese private in aree pubbliche per tutelare interessi legittimi, come segnalare disservizi pubblici. Il limite riguarda semmai la diffusione delle immagini, che non può avvenire senza il consenso degli interessati (artt. 96-97 LDA, GDPR)".
"Invito quindi i cittadini a continuare a segnalare i disservizi, concentrandosi sulle zone di degrado causate dal nuovo sistema di raccolta e, quando possibile, evitando di riprendere direttamente gli operatori oppure oscurandone i volti prima della divulgazione".
"Sarebbe infine auspicabile che Sea-S dedicasse più risorse a risolvere i problemi, anziché minacciare denunce verso chi li evidenzia".
Stefano Martinelli





