Irricevibile pensare che si continui a considerare come unico sbocco “moderno” alla chiusura del ciclo dei rifiuti la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione.
Questa la posizione che il MoVimento 5 Stelle provinciale, per bocca della sua coordinatrice Stefania Scarone, ci tiene a ribadire ad alcuni giorni di distanza dallultimo 'incontro del Tavolo permanente di coordinamento sul tema riunitosi nei giorni scorsi in Provincia.
“Al termine della seduta è stata annunciata la convocazione, entro metà novembre, di un nuovo convegno 'di approfondimento' per analizzare gli aspetti tecnici, ambientali e sanitari del progetto - ricorda nella sua nota -. Come M5S, riteniamo che non servano altri convegni per ribadire ciò che è già stato ampiamente dimostrato da tecnici, medici e ambientalisti: un impianto di incenerimento, qualunque nome gli si voglia dare, non può essere definito green”.
“Bruciare rifiuti significa produrre emissioni nocive, incrementare il traffico pesante e peggiorare una qualità dell’aria che in Val Bormida è già fra le peggiori della Liguria - aggiungono i pentastellati -. Viene spontaneo chiedersi se l’obiettivo reale di questo ennesimo incontro non sia quello di provare a 'convincere' qualche sindaco, finora contrario, a cambiare idea. Se così fosse, sarebbe un atto grave di pressione politica su territori che hanno già chiaramente espresso la propria contrarietà”.
“La Val Bormida ha bisogno di ben altro: bonifiche, investimenti in economia circolare, impianti di selezione e recupero dei materiali, energie rinnovabili e occupazione sostenibile, non di un progetto che ipotecherebbe per decenni il futuro ambientale e sanitario della valle. Ciò che inquina non sarà mai green - conclude Scarone -. E su questo punto non arretreremo di un millimetro”.





