Dopo le dichiarazioni del sindaco di Ceriale, Marinella Fasano, sulle motivazioni che hanno portato al recente rimpasto di Giunta, arriva la dura replica dell’ex vicesindaco Luigi Giordano, firmata insieme ai consiglieri Marcello Stefanì e Nadia Ligustro.
Un intervento che contesta in modo netto la versione fornita dal primo cittadino. «Abbiamo letto il comunicato della Sindaca Fasano. Anzi, il capolavoro. Un Bignami di arrampicata sugli specchi che meriterebbe di essere studiato nelle scuole di politica. Quella vecchia, ovviamente», esordiscono Giordano, Stefanì e Ligustro, che definiscono “commovente” la narrazione della sindaca: «Ci regala una narrazione commovente, quasi da libro Cuore: lei, povera martire, costretta a una "scelta dolorosa" per salvare Ceriale dal baratro del "commissariamento". Un sacrificio! Peccato che si sia dimenticata di raccontare un piccolo, insignificante dettaglio: il baratro lo ha scavato lei».
Gli ex membri della maggioranza contestano la ricostruzione degli eventi, in particolare la presunta crisi interna: «Partiamo dal movente, il grande alibi: "evitare il commissariamento". La Sindaca ci dice che ben cinque consiglieri su otto non volevano più collaborare con me. Una rivolta popolare, praticamente. E quando sarebbe scoppiata questa epidemia di dissenso? Ha le date? Ci sono dei verbali, delle lettere, delle contestazioni formali fatte nei 16 mesi precedenti? O questa "forte incomprensione" è magicamente comparsa tutta insieme, una mattina di fine settembre, giusto in tempo per giustificare il ribaltone?».
Secondo Giordano e i due consiglieri, non si sarebbe trattato di una crisi inevitabile ma di un atto pianificato: «La verità è che questa non è la cronaca di una crisi inevitabile, ma la sceneggiatura di un'epurazione».
L’ex vicesindaco respinge poi le accuse di individualismo: «L'accusa? "Agivo in maniera troppo individualistica". Traduzione: non chiedevo il permesso. Non facevo la spola negli uffici giusti per farmi dire cosa fare. Lavoravo, portavo avanti le deleghe pesanti che mi erano state affidate. Forse è questo il problema: in certi palazzi, chi lavora sodo e senza chiedere "benedizioni" viene visto non come una risorsa, ma come un fastidio».
Giordano si chiede anche cosa significhi, concretamente, che la sindaca avrebbe tentato di “sanare” la situazione: «E poi, il momento più alto del dramma: la Sindaca che "cerca in tutti i modi di sanare". Ma cosa vuol dire, di preciso? Ha convocato una riunione? Ha messo attorno a un tavolo me e i "dissidenti"? Ha provato una mediazione vera o ha semplicemente preso atto di un ammutinamento che lei stessa, con ogni probabilità, ha pilotato da dietro le quinte?».
Nella parte finale del comunicato, Giordano, Stefanì e Ligustro parlano apertamente di “tradimento politico”: «Messa di fronte a due opzioni – dimettersi o tradire – la nostra eroina sceglie la terza: tradire due volte. Primo tradimento: verso i suoi elettori. Quelli che avevano votato la lista Ceriale Ceriale per avere un'alternativa alla minoranza di allora. Secondo tradimento: verso gli elettori della minoranza. Quelli che avevano votato i loro rappresentanti per fare opposizione a lei».
Critiche anche all’accordo che ha portato all’ingresso dell’opposizione nella nuova maggioranza: «In un attimo, con una capriola degna del miglior circo, la Sindaca trova "una linea comune" con quelli che fino al giorno prima erano i suoi avversari politici. E per cosa? Per salvare l'area T1, le ex scuole, le spiagge. Ma davvero ci vuole prendere per ingenui? Davvero crede che i cittadini pensino che l'unico modo per realizzare opere pubbliche fosse imbarcare nella sua maggioranza chi l'ha combattuta in campagna elettorale?».
Gli ex amministratori definiscono l’accordo «un inciucio»: «Questa non è politica. Questo è un "inciucio". Un patto sigillato non per il "bene del paese", ma per la sopravvivenza di una poltrona. La sua».
E concludono con un attacco frontale: «Cara Sindaca, la sua giustificazione è peggio dell'atto stesso. È un insulto all'intelligenza dei cerialesi. Lei non ha salvato Ceriale dal commissariamento. Lei ha commissariato la democrazia, sospendendo il voto del 2023 e sostituendolo con un accordo di palazzo. Il suo non è stato un "percorso doloroso". È stato un calcolo freddo. E l'appello finale al "senso civico" suona come una beffa. Il vero senso civico, oggi, non è tenere in piedi questa farsa. È restituire la parola ai cittadini e farsi giudicare da loro. Tutto il resto è solo l'agonia di un'amministrazione che ha perso ogni credibilità».