Attualità - 15 ottobre 2025, 14:00

Stella, due segugi attaccati da lupi durante una battuta di caccia: OSA e PAI chiedono chiarezza

"Il condizionale resta, ma chiediamo agli enti se i corpi siano stati recuperati e sottoposti a necroscopia"

Stella, due segugi attaccati da lupi durante una battuta di caccia: OSA e PAI chiedono chiarezza

"Notizia sorprendente da Stella: un branco di lupi avrebbe attaccato e ucciso due segugi durante una battuta di caccia alla lepre nei boschi circostanti. Il condizionale è d’obbligo, ma chiediamo agli enti competenti se sia stato effettuato il recupero dei corpi e la relativa necroscopia". 

Ad affermarlo sono l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e il Partito Animalista Italiano (PAI), che aggiungono: "I lupi, infatti, essendo predatori opportunisti, non attaccano cani sani o in gruppo, ma solo soggetti morenti, feriti o già morti. Diversamente, si tengono ben alla larga dall’uomo e dai suoi cani. Dalla lettura di un articolo apparso sulla stampa locale, le ferite riscontrate potrebbero invece essere compatibili con una colluttazione tra due mute di segugi appartenenti a cacciatori diversi: un episodio non raro durante le battute di caccia". 

"Segnaliamo inoltre l’ennesimo sfogo di un onorevole savonese, noto difensore e praticante della caccia, che afferma di ricevere 'tre o quattro telefonate al giorno per predazioni dei lupi'. Se così fosse, suggeriamo ironicamente di aprire un numero verde con tanto di centralinista per raccogliere le infinite segnalazioni: magari potrà servire anche a chiarire quante di queste 'predazioni' esistano davvero". 

"Sul fronte della peste suina africana, invece, arrivano buone notizie: nessun nuovo caso positivo da due settimane. La caccia nelle zone infette è sospesa in attesa dei corsi per i cacciatori e, come volevasi dimostrare, l’epidemia si è fermata. Un risultato che conferma quanto sosteniamo da mesi: meno fucili nei boschi e più equilibrio naturale. Anche la presenza dei lupi – non certo nella 'sovrappopolazione' inventata da alcuni – sta contribuendo a regolare i branchi di cinghiali. Come riconosciuto perfino da un dirigente venatorio, i branchi si sono compattati, riducendo i contatti e, di conseguenza, limitando la diffusione del virus e le nascite". 

 "Forse è arrivato il ’momento di smettere di additare il lupo come capro espiatorio di ogni disastro e iniziare a guardare in faccia la realtà: i problemi nei boschi li crea l’uomo con i suoi fucili, non chi ci vive da sempre", concludono OSA e PAI. 

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU