Attualità - 01 novembre 2025, 18:34

Polveri simili a cenere in un capannone della Piana di Rocchetta: “Cairo in Comune” presenta un’interrogazione

Il gruppo di opposizione chiede chiarimenti sulla provenienza e la gestione del materiale, sulle ditte coinvolte e le autorizzazioni, sollecitando al contempo controlli e misure per evitare la dispersione di polveri

Aumentano le preoccupazioni in Val Bormida per la presenza di materiali polverosi abbandonati. Dopo il caso di Bragno, emerso nei giorni scorsi con cumuli di ceneri stipati all’interno di un capannone della zona industriale, un nuovo episodio riaccende l’attenzione e le polemiche a Cairo Montenotte.

La segnalazione arriva dal gruppo di opposizione “Cairo in Comune”, che, dopo aver raccolto numerose segnalazioni dai cittadini, ha depositato un’interrogazione per fare chiarezza su un deposito di materiali simili a cenere all’interno di un capannone situato nei pressi della Piana di Rocchetta.

Secondo le consigliere Giorgia Ferrari e Lisa Tortarolo, il continuo via vai di mezzi pesanti e la dispersione di polveri nell’aria stanno alimentando i timori dei residenti, che chiedono risposte sulla natura e la provenienza delle sostanze.

Nel documento presentato in Comune si chiede di conoscere la tipologia del materiale stoccato, la sua origine, le ditte coinvolte nel trasporto e se tali attività siano state autorizzate. Le consigliere domandano inoltre se siano stati effettuati sopralluoghi e verifiche sul posto, se esistano verbali ufficiali e quali misure siano state adottate per evitare la dispersione di polveri potenzialmente dannose per la salute pubblica.

La vicenda si inserisce in un momento già delicato per la città e per tutta la Val Bormida, dove i temi ambientali restano al centro del dibattito, anche alla luce della discussione sul progetto del termovalorizzatore. Per molti cittadini, episodi come questi rappresentano un segnale d’allarme e rafforzano la richiesta di maggiore trasparenza e controlli più rigorosi sulle attività industriali presenti sul territorio.

In attesa delle risposte ufficiali del Comune, cresce l’inquietudine in Val Bormida. Tra i cittadini si diffonde una sensazione di déjà-vu: dopo Bragno, un nuovo caso che riapre ferite mai del tutto rimarginate e rilancia il dibattito su ambiente, salute e futuro del territorio.

Graziano De Valle

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