Chi si caccia nei guai per imprudenza o negligenza durante una escursione in montagna o una uscita in mare dovrà mettere mano al portafoglio. L'articolo 129 del ddl di Bilancio introduce infatti il principio del "chi sbaglia paga" per gli interventi di soccorso della Guardia di Finanza, appuntò in montagna e in mare.
Dal 2026, se la norma supererà l'esame parlamentare, scatterà l'obbligo di contributo economico per chi richiede un salvataggio dopo aver agito con dolo o colpa grave. Una stretta che punta a responsabilizzare escursionisti avventati, sciatori temerari e diportisti improvvisati. Attenzione dunque alle sciate fuoripista, alle arrampicate azzardate, alle gite in sentieri proibitivi o alle uscite in barca senza le dovute precauzioni.
Sarà il ministero dell'Economia a stabilire il tariffario degli interventi. Il conto includerà tutto: ore di lavoro del personale impiegato, utilizzo dei mezzi di soccorso, carburante consumato, attrezzature utilizzate. Un calcolo che potrà essere effettuato su base oraria oppure forfettaria. Le tariffe verranno riviste ogni anno seguendo gli indici Istat.
Nessun contributo sarà dovuto quando gli interventi riguardano casi in cui vige l'obbligo legale di assistenza. Il principio cardine rimane intatto: il soccorso è un diritto universale. Solo chi si comporta in modo sconsiderato o intenzionalmente pericoloso potrà essere chiamato a rimborsare le spese.
Infatti, il comma 11 dell'articolo 129 del disegno di legge chiarisce questo aspetto già molto dibattuto: il nuovo contributo non sarà applicato in diverse circostanze. Le Fiamme Gialle non potranno richiedere alcun rimborso quando gli interventi coinvolgono situazioni che compromettono l'erogazione di servizi pubblici, episodi di falsi allarmi finalizzati a creare panico, o tutti quei casi in cui scatta l'obbligo giuridico di prestare assistenza e salvare vite umane, sia in mare che nelle acque interne.
Secondo l'ultimo rapporto diffuso lo scorso 19 giugno in occasione del 251° anniversario della Guardia di Finanza, nel 2024 il Soccorso Alpino ha effettuato ben 2.517 missioni, salvando 2.857 persone e recuperando 228 vittime. Il trend non accenna a diminuire. Nei primi cinque mesi del 2025 - dati che escludono ancora la stagione estiva più critica - gli uomini e i mezzi del Corpo sono stati impegnati in 1.241 operazioni, con 1.284 persone tratte in salvo e 44 salme recuperate.





