L’ex caserma Piave di Albenga torna al centro dell’attenzione: nei giorni scorsi una delegazione di potenziali investitori stranieri ha effettuato un accurato sopralluogo all’interno del complesso di Vadino, accompagnata dai funzionari di Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria dell’area.
Il gruppo — composto da architetti e tecnici che lavorano per un’importante realtà cinese attiva nell’immobiliare — ha visitato tutti gli spazi principali: la palazzina centrale, le vecchie camerate, le ex scuderie, gli edifici annessi e le vaste aree esterne. Un’ispezione completa che rientra, per ora, in una fase puramente conoscitiva.
L’ex caserma Piave, edificio riconosciuto dal Ministero per i Beni Culturali come “di interesse storico-artistico particolarmente importante”, è chiusa e inutilizzata da anni e rappresenta uno degli spazi più strategici dell’intera Albenga. Il complesso è considerato infatti un luogo adatto a ospitare un progetto di ampio respiro, capace di mescolare funzioni commerciali, residenziali e turistico-alberghiere, oltre a nuove aree verdi aperte al pubblico.
Tra le ipotesi finite sul tavolo anche interventi innovativi per affrontare il nodo del rischio idrogeologico che interessa l’area, valutando soluzioni ingegneristiche in grado di mettere in sicurezza il sito e di consentire un reale processo di rigenerazione urbana.
Il sindaco Riccardo Tomatis conferma l’avvenuto sopralluogo, pur mantenendo cautela sui passaggi successivi. “Il sopralluogo c’è stato – dice –, ma non conosciamo i dettagli perché il Comune non è parte dell’operazione: la proprietà è di Cassa Depositi e Prestiti. Siamo però pronti a collaborare con chiunque voglia investire in modo serio. La riqualificazione dell’area darebbe enorme valore a Vadino, che per noi è una priorità. Intanto, in questi giorni stanno avanzando rapidamente i lavori per il nuovo collettamento fognario che ci permetterà di dismettere il depuratore di Vadino: un passaggio decisivo, che sarà completato nella primavera del 2026 e che rappresenta la base da cui far ripartire la trasformazione del quartiere”.
Il complesso, per dimensioni e struttura, ha un potenziale enorme: potrebbe diventare un polo multifunzionale sul modello di molte riconversioni europee dove ex caserme e aree industriali dismesse sono rinascute come spazi culturali, musei, parchi urbani, centri creativi e hub turistici. Tra gli elementi più apprezzati dai tecnici, anche la facciata storica, che potrebbe essere recuperata e valorizzata.





