#ILBELLOCISALVERÀ - 07 dicembre 2025, 08:00

Albenga illumina il Natale, su una torre l'opera di una verità che non si può ignorare

Sulla Torre di Palazzo Peloso Cepolla l’opera “Ogni tre giorni – If you were in my shoes” della street artist Laika 1954 ricorda le donne vittime di femminicidio

Albenga illumina il Natale, su una torre l'opera di una verità che non si può ignorare

Tappa ad Albenga questa settimana per la rubrica #ILBELLOCISALVERA, dove ieri pomeriggio si è acceso il Natale. Un Natale che illumina, sì, ma che non si dimentica dell’impegno civile, né delle tante, troppe donne che ogni anno muoiono per femminicidio. Anzi, qui la bellezza diventa un modo per non distogliere lo sguardo. 

Albenga ieri si è "illuminata d’immenso". Il grande albero di Natale che domina piazza San Michele è un’esplosione di luci, un cuore pulsante che richiama famiglie e bambini, mentre le proiezioni architetturali avvolgono il centro storico in un abbraccio di colori, trasformando edifici storici in scenari fiabeschi.

I più piccoli restano rapiti dalla Torre Malasemenza, che per l’occasione diventa “parlante”, racconta storie di elfi e regali, si anima come nei sogni dell’infanzia. Ma basta fare pochi passi per entrare in un’altra scena, ben più cruda, potente e necessaria.

Sulla Torre di Palazzo Peloso prende forma “Ogni tre giorni – If you were in my shoes” della street artist Laika 1954. Un’opera che non concede "riposo": una donna rannicchiata dentro una scarpa rossa da cui colano rivoli di sangue, mentre sull’altra scarpa si legge “Una ogni tre giorni”. Un promemoria doloroso e urgente: in Italia una donna viene uccisa ogni tre giorni.

È Natale, sì. È tempo di luci, speranza, desideri. Ma è anche e soprattutto tempo di amore e proprio per questo non possiamo e non dobbiamo ignorare chi soffre. D’altra parte, la bellezza non è mai evasione: è un occhio che si apre, non che si chiude.

L’opera nasce nella notte tra il 24 e il 25 novembre 2021, quando Laika la affigge a Roma, vicino a via del Conservatorio, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un omaggio diretto alle Zapatos Rojos, le famose scarpe rosse, il progetto dell’artista messicana Elina Chauvet, diventato simbolo globale dei femminicidi. Quel poster romano venne vandalizzato e poi rimosso nel giro di poco. Ma il messaggio continua a vivere, a colpire, a farsi strada anche qui, ritrovandomela su una torre di Albenga in occasione del Natale…

Chi è Laika 1954, dunque? Una figura misteriosa, mascherata, che usa la street art come strumento di lotta civile. Il nome lo prende dalla cagnetta sovietica Laika, “prima essere vivente nello spazio”, ma sceglie la sua data di nascita e non quella della missione che la portò alla morte (1957). Perché per lei lo spazio è visione: guardare da lontano per capire meglio, per avere uno sguardo ampio sui diritti umani e sulle ingiustizie. Dal 2019 Laika porta sui muri messaggi diretti, affissi in notturna, spesso legati all’attualità più bruciante. Anonima per proteggersi e per lasciare che il volto sia quello dell’idea, non della persona. Rapida, quasi fulminea: le sue opere nascono e vengono affisse in meno di 24 ore. E ovunque vadano, scatenano dibattito, emozione, discussione.

A me piace pensare che portare qui il suo messaggio, ad Albenga, dentro la magia del Natale, sia un modo per ricordare che la bellezza non è solo estetica, ma è molto molto di più. La bellezza è anche coraggio e responsabilità. È anche memoria. È anche voce per chi non ce l’ha più.

Il bello ci salverà, sì. Ma solo se saprà guardare in faccia anche ciò che bello non è.

Maria Gramaglia

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU