Sanità - 08 dicembre 2025, 11:13

Disabilità grave, attesa infinita. Il calvario di Alice: “Sette mesi in attesa di risposte per l'indennità di accompagnamento”

La pratica risulterebbe ancora ferma negli uffici dell'Asl2: “Io, come tanti altri malati critici, chiediamo solo di avere risposte entro un tempo decente”

Disabilità grave, attesa infinita. Il calvario di Alice: “Sette mesi in attesa di risposte per l'indennità di accompagnamento”

«Ho una grave patologia autoimmune degenerativa. Da ormai tre anni non lavoro più, sono stata licenziata a causa del mio stato di salute e ora, anche dall'Asl, fatico ad avere le risposte che attendo»

Inizia così il racconto di Alice, la cui quotidianità da ormai diverso tempo è segnata da una malattia che ne ha compromesso la mobilità e l'autosufficienza, colpendo in particolare le anche e la muscolatura delle gambe. «Faccio fatica a stare in piedi, faccio solo pochi passi con il girello e per lo più sono costretta alla carrozzina. Passo da casa all’ospedale, insomma conduco una vita difficile».

Per questo, nel frattempo, l’INPS le ha riconosciuto il 100% di invalidità civile con ridotta capacità di deambulazione e la disabilità grave prevista dalla Legge 104. Tuttavia l’aiuto economico che riceve è minimo: «L’unica erogazione che ricevo è una pensione di 333 euro, a cui si aggiungono 100 euro di assegno ordinario di inabilità lavorativa. Una cifra vergognosa, che non mi permette di coprire le spese minime di cui avrei bisogno per andare avanti».

Per questo, ad aprile, ha presentato domanda per l’indennità di accompagnamento. «Ho bisogno di aiuto per lavarmi, fare la spesa e prepararmi da mangiare. Ricevo l’assistenza domiciliare, ma ovviamente non in modo continuativo». Da allora è trascorso diverso tempo, senza però alcun esito. «Sono passati sette mesi da quando ho inviato la documentazione sanitaria richiesta, però ad oggi la pratica risulterebbe ferma presso l’Ufficio di Medicina Legale dell'ASL 2 Savonese di Loano».

Nemmeno solleciti e richieste di aggiornamento hanno portato a un risultato, con un'attesa diventata ormai insostenibile. «Ho sollecitato più volte, sia personalmente che tramite il patronato, ma la risposta è sempre la stessa: mancanza di personale medico e pratiche a rilento. Continuo a controllare l'iter della pratica tramite SPID e risulta sempre “in corso”. Sono disperata».

Una frustrazione che si trasforma in denuncia di una situazione ormai al limite per Alice. «È vergognoso lasciare una persona malata e sola senza una risposta, soprattutto quando la necessità di assistenza è evidente e immediata. La legge prevederebbe 90 giorni per la conclusione dell’iter, ma mi è stato detto chiaramente che, non avendo abbastanza medici, i termini non vengono rispettati».

Per questo ora vuole far sentire la sua voce anche per chi vive la stessa situazione. «Vorrei farmi portavoce di tutte le persone con disabilità, incluse quelle malate oncologiche, che attendono risposte da troppo tempo. Chiediamo solo di avere risposte entro un tempo decente».

Mattia Pastorino

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