Politica - 09 dicembre 2025, 18:21

Sanità, Pd Liguria: “Riforma di Bucci, si sospenda questa legge e si apra un tavolo per costruire la sanità del futuro”

“Presentata come una favola, peccato che non ci sarà lieto fine”

Sanità, Pd Liguria: “Riforma di Bucci, si sospenda questa legge e si apra un tavolo per costruire la sanità del futuro”

“Questa riforma - dichiara il capogruppo PD Armando Sanna, che in aula ha consegnato a Bucci un libro di favole intitolato 'La fabbrica delle fiabe’ -  viene raccontata dal presidente Bucci come una favola in cui, tolgo una parola, faccio un gioco di prestigio e ogni pedina va al suo posto. La Liguria viene trattata come se fosse un figlio A4 dove le correzioni si fanno a penna per far girare la trama come vuole l’autore. Peccato che la realtà è un’altra e che la Liguria non è un foglio bianco dove i territori non sono personaggi da poter spostare a piacimento del Re-Bucci. Questa riforma non fa magie, non risolve tutto come vorrebbe far credere il presidente della Regione: manca un piano assunzionale, manca l’attenzione ai territori, perché Genova non ha le stesse esigenze di Savona e l’entroterra ha caratteristiche diverse rispetto al centro città. Il Ddl discusso oggi non è purtroppo una favola e non c’è un mago che metterà tutto a posto con la sua bacchetta, è invece un libro nero, dove la centralizzazione non risolverà i problemi della sanità ligure, ma li complicherà scrivendo un finale prevedibile, diverso da quanto raccontato e che non sarà, purtroppo, un lieto fine. Crediamo invece nell’importanza della competenza, nella programmazione, in una sanità che deve essere un diritto e non uno slogan. I liguri meritino una vera riforma e non una storia raccontata sotto l’albero di Natale. Per questo come PD chiediamo la sospensione di questa legge e l’apertura di un tavolo serio per costruire davvero insieme la sanità del futuro. Le fiabe va bene raccontarle ai bambini, ma in quest’aula servono azioni concrete e verità”.

“La riforma della sanità ligure voluta da Bucci e dalla sua Giunta - dichiara Enrico Ioculano consigliere regionale PD, vice presidente Commissione Sanità - è sbagliata e avrà effetti negativi su una sanità già in forte difficoltà. È stata fatta solo per evitare il commissariamento. Hanno umiliato sindaci, personale, dirigenti medici e direttori generali. Siamo di fronte a una riforma fatta senza un’analisi del fabbisogno sanitario, che accentra su una sola figura dirigenziale ogni decisione ignorando voci e necessità dei territori."

"Come gruppi di opposizione - aggiunge la vicecapogruppo PD in Regione Katia Piccardo- abbiamo cercato di invertire la rotta rispetto alle forzature e alla fretta della Giunta regionale, con un percorso di ascolto, partecipazione e condivisione sia in commissione che con cinque tappe tra i cittadini, una sul territorio di ciascuna ASL. Questo ennesimo atto di prepotenza della Giunta penalizza ulteriormente gli operatori sanitari che tra le Regioni del Nord sono quelli coi dati più inquietanti per il rischio di burnout. È mancato uno studio dei bisogni, non sono stati ascoltati sindaci, territori, sindacati e il potenziamento della medicina territoriale, anche in ottica di una vera integrazione sociosanitaria, in questo disegno è sempre più una chimera. Non vi è uno straccio di risposta su tutto ciò che continua ad attanagliare i cittadini, che continuano a stare in coda ai pronto soccorso o a trovare agende chiuse per fissare visite preziose, e oggi, ad esempio, per una visita neuropsichiatrica per un minore si parla di novembre 2026. Questa è la sanità ligure a guida della destra.”

“Credo che questa amministrazione - dichiara il consigliere regionale PD Andrea Orlando - sia arrivata a un bivio: tra l’obbedienza al centro destra nazionale e rispondere ai liguri. Ci troviamo a discutere questo intervento perché lo scorso anno il presidente Bucci aveva due possibilità: o scaricare sull’amministrazione precedente il buco che c’era o aprire una vertenza nazionale sul fondo nazionale sanitario destinato alla Liguria. E il presidente della Regione non ha fatto né l’uno né l’altro. Oggi le è chiesto un segnale dal Ministero dell’economia e delle finanze a garanzia del fatto che l’andamento della spesa possa tornare sotto controllo. Solo per questo ha deciso di chiudere in fretta e in furia su un provvedimento che non risponde alle necessità dei cittadini. Questa riforma getterà ancora di più nel caos la sanità ligure. Provocherà una fuga di personale sanitario oltre ad ampliare il numero dei pazienti che si cureranno fuori regione, perché qui non troveranno risposte. Abbiamo provato a chiedere delle modifiche, a partire da affrontare la riforma per step, nei tempi giusti. Invece questa giunta ha deciso di andare avanti, incurante di quello che succederà e dei bisogni di chi si deve curare. Se si fosse atteso qualche mese, analizzando un aspetto alla volta si sarebbe potuta aggiustare la rotta, invece si è presentata una misura che è solo un manifesto. Il rischio della privatizzazione c’è perché non si mette il servizio pubblico nelle condizioni di dare risposte”. 

“Dal primo di gennaio - sottolinea il consigliere regionale PD Davide Natale -  la sanità ligure sarà distrutta. Vincolare al budget la possibilità di erogare i servizi, vuol dire che finite le risorse è ignoto che cosa accadrà ai cittadini che avranno bisogno di curarsi. Non sarà più garantito il diritto universale alla cura e tutto questo perché non si è voluto ascoltare chi vive i territori e chi conosce le esigenze dei cittadini. Questa destra ha voluto procedere a testa bassa, incurante dei liguri e dei loro bisogni. Ha imbrogliato i cittadini perché in campagna elettorale si erano ben guardati dal dire che avrebbero chiuso tutto le Asl”. 

“Siamo di fronte a una riforma - osserva il consigliere regionale PD Simone D’Angelo - che segna l’ennesimo passo indietro rispetto all’idea di un servizio sanitario pubblico orientato alla cura e all’accesso universale. La governance viene modificata non per migliorare l’assistenza, ma per tentare di evitare il commissariamento della sanità regionale, aggravata da un buco di bilancio sempre più drammatico. Un meccanismo perverso che apre nuovi spazi ai soggetti privati, indebolendo ulteriormente il ruolo del pubblico e trasformando la sanità da diritto a terreno di competizione, con gravi rischi per i cittadini più fragili”.

"Una riforma folle, frettolosa, pasticciata che non va assolutamente nella direzione auspicata di migliorare ed efficentare i servizi ai cittadini - elenca il consigliere regione del Partito Democratico Roberto Arboscello - . Una riforma della governance che non si occupa minimamente dei bisogni dei liguri e che non solo allontana le province dal centro decisionale, che sarà accentrato su Genova, ma che allontana la sanità dai cittadini. Ai cittadini non interessa quanti direttori ci saranno ma di poter essere visitati e curati in tempi ragionevoli: di questo Bucci non si occupa”

“La riforma Bucci - conclude la consigliera regionale PD Carola Baruzzo - crea un’unica ASL regionale, dicono per semplificare, ma la verità è che diventerà un imbuto. Ogni decisione che andrà presa dovrà fare passaggi confusi tra diversi livelli di governo della nostra sanità, prima di arrivare sul territorio. Intanto le urgenze, dalle liste d'attesa agli ospedali, aspettano, in fondo all’imbuto”.

Redazione

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