Attualità - 12 dicembre 2025, 12:06

Sciopero generale Cgil contro la manovra del governo Meloni: 5 mila partecipanti a Genova, presente anche una delegazione da Savona

Il corteo è partito dalla Stazione Marittima in direzione della Prefettura

Circa 5 mila persone stanno sfilando questa mattina per le vie di Genova nel corteo dello sciopero generale indetto dalla Cgil contro la manovra finanziaria del governo Meloni. Il corteo, partito dalla stazione marittima, si sta dirigendo verso la prefettura con in testa un camion su cui era affisso uno striscione con scritto "Stop al genocidio", in riferimento a quanto accade a Gaza.

Tra i partecipanti anche i lavoratori ex Ilva di Cornigliano, protagonisti la settimana scorsa di cinque giornate di sciopero per il futuro dello stabilimento. La protesta ha comportato disagi per la cittadinanza, con treni, autobus e metropolitana fermi per tutta la durata dello sciopero.

Igor Magni, segretario generale della Cgil Genova, ha commentato: "Questa è l’ennesima giornata di lotta a livello nazionale e sui territori. Contro una finanziaria che non dà ma toglie, che non mette a disposizione energie e programmi nemmeno alle imprese. Da anni non si fanno serie politiche industriali e non si investe sul futuro e sui giovani. I ragazzi sono costretti ad andare via da Genova e dall’Italia per cercare opportunità lavorative. Avevano detto che avrebbero cambiato la legge Fornero, l’hanno fatto in peggio. Non va più nessuno in pensione e i nuovi assunti, quattro su cinque precari, spesso a bassa intensità lavorativa, non riescono a arrivare a fine mese. Poi si investe sulle armi, ma mancano risorse per scuola, sviluppo e ricerca. Vedo un quadro drammatico, dove pensionati e lavoratori vengono usati solo per drenare risorse, come successo con il fiscal drag. Anche chi ha avuto aumento salariale ha poi avuto un aumento delle tasse". 

Il segretario Cgil nazionale Pino Gesmundo ha aggiunto: "I lavoratori non si rassegnano a una condizione del Paese nel quale i temi del lavoro, della libertà e della democrazia sono messi in secondo piano. C'è una finanziaria che non dà risposte sul piano industriale, sociale ed economico, quindi siamo qui per dire che non siamo d’accordo e vogliamo modificarla. Il Governo deve aprire immediatamente un tavolo vero su pensioni, sanità, politiche sociali ed economia che tenga conto dei bisogni dei cittadini. La partita dell’ex Ilva riguarda l’intero assetto industriale del Paese: senza acciaio non si fa industria. Dobbiamo difendere questo e tutti gli asset industriali in declino, dall’automotive alla chimica di base, da 33 mesi in una crisi inesorabile. Le risposte del governo non ci sono, per fortuna ci sono i lavoratori a richiamare alle responsabilità". 

Anche il segretario generale Cgil Liguria Maurizio Calà ha evidenziato le principali questioni alla base della protesta: "I salari e le pensioni sono al centro della mobilitazione: la gente lavora tanto e viene pagata poco. Nel pubblico impiego, dove è stato rinnovato il contratto, il salario è diminuito. Sulla previdenza, hanno peggiorato la legge Fornero, aumentando l’età di uscita e togliendo flessibilità. Sul piano industriale, la vertenza dell’ex Ilva dimostra come il Paese abbia rinunciato a produrre: prenderemo soldi dagli italiani per sanità, spenderemo in armi, compreremo acciaio dai cinesi e armi dagli americani. Una follia. La Liguria è centrale anche sul fisco: nei tre anni passati il drenaggio fiscale ha fatto pagare 2.800 euro in più di tasse a chi guadagna 28 mila euro, restituendo 40 euro all’anno. La regione è molto anziana e serve ricambio generazionale. L’industria è in crisi: Ansaldo Energia e altre grandi fabbriche sono in discussione. Sulla sanità, si parla di una cosiddetta riforma che concentra cinque aziende in una sola: l’accentramento è contrario al decentramento, ma noi abbiamo bisogno di medicina territoriale". 

Alla mobilitazione ha partecipato anche una delegazione della Cgil di Savona. 

Redazione

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